Rapina al figlio di Salvini: condannati i due egiziani. “Eravamo sotto effetto di droga”

Il 23 dicembre scorso Federico Salvini, figlio del vicepremier Matteo Salvini, è stato rapinato in via Jacopo Palma a Milano. Oggi il giudice di Milano ha condannato i due egiziani di 21 e 26 anni rispettivamente a 4 anni e 6 mesi e a 3 anni e 9 mesi di reclusione, concedendo le attenuanti. Durante il processo entrambi hanno ammesso di aver agito sotto l’effetto di droghe.

I fatti contestati risalgono al 23 dicembre 2022 quando Federico Salvini è stato fermato dai due rapinatori e minacciato con un coccio di bottiglia. Gli egiziani lo hanno costretto a consegnare il cellulare e il portafogli, contenente circa 200 euro in contanti. Il giovane è riuscito a mantenere la calma e ha chiamato suo padre per poi sporgere denuncia. Pochi giorni dopo, un commerciante di origini egiziane ha restituito lo smartphone e fornito informazioni importanti. In breve tempo, il 5 gennaio, gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato Bonola sono riusciti a rintracciare i due giovani, già noti alle forze dell’ordine e irregolari sul territorio nazionale. Entrambi sono stati arrestati per rapina.

Fondamentale per l’identificazione dei colpevoli è stato il ruolo del negoziante di origine egiziana, presso il cui negozio i due rapinatori avevano nascosto il cellulare del giovane Salvini all’insaputa dell’uomo. Il commerciante, vedendoli tornare, ha intuito che potessero essere gli autori della rapina, li ha fotografati e ha mostrato le foto alle forze dell’ordine. Uno dei rapinatori ha confessato subito dopo l’arresto, mentre il secondo ha ammesso la propria colpevolezza davanti al giudice.

Secondo il racconto di Federico Salvini, uno dei due, il più giovane, avrebbe commesso materialmente la rapina, mentre l’altro faceva da palo. Ulteriori indagini condotte dalla polizia hanno rivelato che dopo la rapina al figlio del vicepremier è stata commessa un’altra rapina.

I due egiziani hanno ammesso di aver commesso un errore e di aver agito sotto l’effetto della cocaina. Entrambi hanno anche offerto un risarcimento. Per questo motivo il giudice ha riconosciuto le attenuanti e ha condannato i due a 4 anni e 6 mesi e a 3 anni e 9 mesi di reclusione. Le pene sono state ridotte di un terzo, come previsto dal rito abbreviato. Al termine della condanna, entrambi saranno espulsi.

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