Il terribile ricordo di un attentato terroristico a Milano

Sono trascorsi trent’anni da quella tragica sera del 27 luglio in via Palestro, a Milano, quando un’esplosione ha causato la morte di diversi vigili del fuoco e di un agente di polizia municipale. Massimo Salsano, uno dei sopravvissuti a quell’attentato, ancora oggi ricorda con orrore quella terribile scena.

Salsano era uno dei più giovani membri della squadra e ricorda con orgoglio il suo ingresso in un comando così importante come quello di Milano. Quella sera, la squadra era intervenuta per liberare una donna intrappolata in un ascensore e, terminato l’intervento, si erano diretti verso la caserma. Non erano a conoscenza delle voci di attentati ai beni culturali che circolavano né dell’allarme lanciato dal comitato per la sicurezza. Ricevettero una richiesta d’intervento e si diressero in via Palestro.

Salsano ricorda di non aver visto fiamme, ma solo fumo, e di aver aperto il portellone destro per farlo uscire. I suoi colleghi aprirono anche il cofano e notarono un oggetto sospetto avvolto da nastro adesivo, che sembrava un bidone dell’immondizia. Uno dei colleghi disse che c’era una bomba e poco dopo Salsano ricevette l’ordine di allontanare i curiosi e fare sicurezza attorno alla zona. Mentre faceva ciò, avvenne l’esplosione.

Salsano ricorda un fascio di luce biancastra che si alzò fino al cielo e un silenzio assoluto. Chi si trovava vicino all’esplosione morì, mentre lui ebbe la fortuna di allontanarsi di qualche metro grazie all’onda d’urto. Si sentì come un fuscello spazzato via da un tornado e scivolò sul porfido con le mani avanti. Quando si rialzò, vide i suoi colleghi gravemente feriti, alcuni senza la calotta cranica e altri senza le gambe. Era come una scena di guerra, con fiamme altissime. Poi perse conoscenza e si risvegliò in ospedale.

Quell’attentato ha segnato la vita di Salsano in modo indelebile. Ha cercato di capire il motivo per cui accadde e ha continuato a fare il suo lavoro con dedizione nonostante la ferita emotiva. Conserva con orgoglio le medaglie d’argento e d’oro ricevute per il suo coraggio.

Quando i suoi figli erano piccoli, cercava di minimizzare l’accaduto, ma alla fine ha deciso di raccontare loro la verità. Milano non ha dimenticato e non deve dimenticare. Salsano ha provato un senso di liberazione per l’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro e potrebbe costituirsi parte civile contro di lui. Tuttavia, pensa che ci siano ancora molti aspetti delle stragi rimasti nell’ombra.

L’attentato di via Palestro è un triste capitolo della storia di Milano, ma è importante ricordarlo per non dimenticare le vittime e per riflettere sulle conseguenze delle azioni terroristiche. Speriamo che eventi del genere non si ripetano mai più e che la città possa vivere in pace e sicurezza.

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