Aumentano i casi di contagio da West Nile in provincia di Cremona: il primo caso confermato, con forma neuroinvasiva, è stato un uomo di circa 70 anni di Casteldidone, che purtroppo è deceduto a causa dell’aggravarsi dei sintomi. È la prima vittima in Italia per questo estate 2023.

Il paziente è stato ricoverato in ospedale dopo aver manifestato alcuni sintomi sospetti e i medici hanno eseguito analisi del sangue, delle urine e del liquido spinale per verificare la presenza del virus, che è stato poi confermato dai laboratori di Pavia. Durante il ricovero, tuttavia, il paziente si è aggravato a causa di altre patologie già presenti e non ce l’ha fatta.

“C’è anche un altro caso, ancora in attesa di conferma, di un donatore di sangue residente a Casalmaggiore, che fortunatamente presenta pochi sintomi”, spiega il dottor Luigi Vezzosi, dirigente medico dell’Uos Prevenzione Malattie Infettive dell’Ats ValPadana. “Inoltre, abbiamo riscontrato un altro caso di forma neuroinvasiva con sintomi neurologici a Marcaria, nel Mantovano”.

Questa situazione richiede una “sorveglianza molto attenta, sia dei casi sospetti che confermati”, sottolinea ancora Vezzosi. “Stiamo monitorando entrambe le province, Cremona e Mantova. Quando riscontriamo qualcosa, ci assicuriamo che venga comunicato ai sindaci attraverso i colleghi dell’igiene pubblica, in modo che possano aumentare le azioni di bonifica delle zanzare. Avvisiamo anche i veterinari, che a loro volta ci informano di eventuali rilevamenti di zanzare o uccelli positivi, importanti per capire quando il virus inizia a circolare. Avevamo già fornito informazioni agli inizi di luglio a medici, ospedali e altre strutture sanitarie per avvertire i colleghi dei rischi”.

Questo virus non causa sintomi nell’80% dei casi, sintomi lievi nel 20% dei casi e sintomi neuroinvasivi nell’1% dei casi. In un paziente su mille può causare encefalite fino alla morte. “È necessario prestare attenzione ai comportamenti perché al momento non esistono vaccini per prevenire l’infezione né terapie specifiche per curarla”, conclude Vezzosi.

Laura Bosio.

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