Gli amici della vittima e dell’assassino: «L’ultima volta si erano lasciati due settimane fa». «Lui era stato abbandonato da tutti, si arrabbiava per ogni cosa. Ma che potesse mai arrivare a tanto…»

«Immagini di loro due in coppia? Non ce ne sono. Sono sparite da un po’. Lei gli aveva detto che era finita», dice un ragazzo. Sul diario virtuale che sono ormai i social, le foto di loro due insieme — Sofia e Zakaria — apparivano e scomparivano a seconda di come tirasse il vento nella loro relazione. Quel continuo tira-e-molla su cui s’era ormai da parecchio tempo incanalato il rapporto aveva un riflesso diretto sulla pagina Instagram della 20enne. «L’ultima volta è stato una quindicina di giorni fa. Dall’account di Sofia sono sparite tutte le immagini di lui. Ho capito che s’erano lasciati». A parlare è Francesca, a lungo amica e compagna di scuola di Sofia, che ieri s’è presentata con un’altra amica a depositare un mazzo di fiori sul cancello del condominio di corso Roma a Cologno Monzese: «Ci eravamo allontanate da un po’ proprio per colpa di lui», spiega.«Alcune di noi ne avevano parlato con lei. Lui non ci piaceva più — ricorda — nonostante all’inizio tutte noi fossimo contente della loro storia. Zakaria sembrava a posto, ma col tempo aveva mostrato un lato del suo carattere che non ci era piaciuto». Col passare dei mesi, la simbiosi tra i due s’era via via sfilacciata. Le discussioni si erano moltiplicate. «Litigavano di continuo, soprattutto perché lui era possessivo: si arrabbiava per ogni cosa, per un messaggino, uno sguardo, un saluto».È un aspetto del carattere del 23enne italo-marocchino che aveva messo in allarme le amiche di lei. E che confermano anche gli amici di lui. Si affacciano davanti alla casa dell’omicidio al pomeriggio. Facce dure, occhi lucidi, zero voglia di parlare. Stanno là, appoggiati alle spalle della pensilina della fermata del bus che sta di fronte alla casa della studentessa assassinata poco dopo l’alba di sabato. Lo sguardo fisso sul «muro» di fiori, biglietti, peluche che descrivono un dolore che è al tempo stesso privato e collettivo, come confermato dalla volontà dell’amministrazione comunale di proclamare il lutto cittadino per il giorno dei funerali. Pian piano, uno di loro mette da parte il grugno. «È incredibile. Lo conosciamo da sempre. Era stato abbandonato da tutti. Sapevamo che era super possessivo, irascibile, ma che potesse mai arrivare a tanto…». Il resto del gruppo lo fulmina con lo sguardo. A un certo punto, decidono che è troppo. Uno gli dà di gomito, un altro se lo trascina via.Per tutto il giorno è una processione di amici, conoscenti, persone sconvolte dall’ennesimo femminicidio che «fa ancora più paura perché è successo nella tua città, vicino a casa». C’è chi si fa il segno della croce, chi lascia un ricordo all’inferriata. Sui social il cordoglio s’allarga: le ha dedicato un messaggio Paola Turci e anche i suoi idoli musicali, da Lazza a Vegas Jones. Ieri, Sofia era attesa in Sardegna, a Santa Maria Coghinas, in provincia di Sassari. Avrebbe dovuto raggiungere mamma, papà e fratello. È stata invece la famiglia, dopo la telefonata di sabato, la più brutta per un genitore, ad abbandonare tutto e fare ritorno.

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31 luglio 2023

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