Il racconto del cugino Khaled agli inquirenti: Voleva aiutare a casa
Il giovane Mahmoud Sayed Abdalla, conosciuto come Mahmoud, aveva sempre avuto il desiderio di lavorare. Sognava di aprire un suo salone un giorno, ma per ora, il suo unico desiderio era vedere i suoi genitori rimasti in Egitto stare bene. Khaled è il cugino di Mahmoud e vive a Milano insieme a Mohamed, il fratello diciottenne che ha scelto Genova per inseguire i suoi sogni. Mahmoud è arrivato in Italia dal suo paese natale in cerca di un futuro migliore, un viaggio che ha durato diversi mesi e lo ha portato a cercare rifugio per strada, nonostante fosse ancora minorenne. Quando è arrivato a Genova, ha deciso di fermarsi. Come minore non accompagnato, è stato ospitato presso la comunità Tabit, fino a quando, il 5 settembre 2022, ha deciso di non tornarci più e di iniziare la sua nuova vita. Nonostante avesse solo tanta voglia di imparare, ha iniziato a cercare lavoro nei barbieri gestiti da nordafricani che si affacciano sui vicoli di Genova. Grazie al suo aspetto fidato e alla sua grande volontà di mettersi a disposizione, non ha avuto difficoltà a trovare un impiego. In tre, uno dopo l’altro, gli hanno aperto la porta e gli hanno insegnato il mestiere.
Per sei mesi ha vissuto in una sistemazione temporanea fornita dal Comune a Darsena. Poi, dopo aver ricevuto il suo primo stipendio, ha deciso di cercare una sistemazione propria. Tito e Bob, i due egiziani che lo avevano assunto, gli hanno offerto un alloggio nel retrobottega del loro negozio di barbiere, un luogo trascurato e condiviso con altri dipendenti, ma che gli permetteva di spendere solo 50 euro al mese e di mettere da parte qualcosa per sé e soprattutto per mandare soldi ai suoi genitori rimasti in Egitto. Tuttavia, era stanco. Voleva cambiare negozio, racconta il suo amico Omar. Diceva che stava in piedi troppe ore, che doveva pagarsi il pranzo e che guadagnava solo 1200 euro. Pochi per qualcuno che sogna l’indipendenza e desidera aprire il suo salone. Era un bravo ragazzo, raccontano i suoi amici che ora lo ricordano sui social. Gentile, amato da tutti. Per lui esisteva solo il lavoro, non aveva nemmeno una fidanzata. Diceva di non avere tempo.
Effettivamente, i social di Mahmoud mostrano solo la sua passione per il lavoro di parrucchiere. Ci sono foto che mostrano le sue opere nel salone di via Merano, a Sestri Ponente, dove ha lavorato per due mesi. Ci sono immagini che lo ritraggono nei giorni di prova nel nuovo negozio di Pegli. E poi c’è lui: allegro, sorridente. Un diciottenne che ha trovato la sua rinascita nel lavoro. Ed è stato ucciso per questo.
1 agosto 2023 (modificato il 1 agosto 2023 | 15:27)
© RIPRODUZIONE RISERVATA