BESNATE – Non solo Renata Petrella, l’attuale sindaco e primo cittadino in carica al momento della tragedia, ma anche tre dei suoi predecessori a Chiesa in Valmalenco hanno ricevuto un avviso di garanzia per la frana di Chiareggio che, nell’agosto del 2020, ha causato la morte di tre persone – Alabama Guizzardi, 10 anni, di Besnate, e Silvia Brocca e Gianluca Pasqualone, di Comabbio – e ha ferito altre due persone, tra cui un bambino di soli quattro anni. Lo riporta SondrioToday.
Gli altri tre ex sindaci indagati sono Fabrizio Zanella (dal 1998 al 2003), Christian Pedrotti (dal 2003 al 2008) e Miriam Longhini (fino al 2018). Secondo gli accertamenti della Procura di Sondrio, è emerso che la frana dell’agosto 2020 sarebbe attribuibile anche alla mancata adozione di azioni necessarie e utili per la mitigazione del rischio per la pubblica incolumità presente su un’opera viaria, il ponte sul torrente Nevasco, che si trova in una zona classificata come a rischio molto elevato (classificabile come area EE secondo il PAI), in violazione di diverse disposizioni del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI). Si tratta di reati omissivi. “Al momento, queste violazioni e la conseguente causazione della frana sono state contestate ai sindaci che si sono succeduti in tale carica a Chiesa in Valmalenco dal 2001 al 2020, in quanto soggetti che, per legge, avrebbero dovuto e potuto garantire l’attuazione di quelle misure precauzionali utili alla mitigazione e al controllo dei rischi presenti sul ponte sul torrente Nevasco”, ha dichiarato il procuratore di Sondrio Piero Basilone.