Zakaria Atqaoui, l’ex compagno di Sofia Castelli, sembra essere stato ossessionato da lei. Secondo le amiche della vittima, Zakaria la seguiva ovunque andasse, la pedinava persino in discoteca. Una volta, arrivò addirittura a mettere le mani addosso a un ragazzo solo perché stava parlando con Sofia. Non si limitava a tormentarla nella vita reale, ma anche sui social. Rispondeva e commentava ogni storia che Sofia postava su Instagram, nonostante lei avesse cercato di bloccarlo. Lui, però, riusciva comunque a vedere i profili delle amiche di Sofia e a interagire con loro.
Le indagini sull’omicidio di Sofia Castelli continuano e sono previsti nuovi esami autoptici. I primi esiti confermano che la ragazza è stata colpita con quattro fendenti al collo e al viso. Non sono state trovate altre lesioni o ecchimosi che possano indicare una prolungata colluttazione. Sotto le unghie di Sofia non sono state trovate tracce macroscopiche, ma sarà necessario più tempo per un’analisi approfondita dei segni biologici (l’ex fidanzato presentava graffi al volto quando si è costituito). Al momento, l’ipotesi più probabile è che Sofia sia stata sorpresa nel sonno e abbia avuto una reazione istintiva debole dopo il primo fendente, che poi è scemata.
Questo terribile caso di femminicidio ci fa riflettere sul pericolo di abituarci a queste tragedie. È fondamentale che la società si mobiliti per combattere la violenza di genere e per proteggere le donne da situazioni di stalking e violenza domestica. Bisogna creare una cultura che promuova il rispetto e l’uguaglianza di genere, affinché nessuna donna debba più vivere con paura e nessun uomo si senta giustificato nel commettere atti di violenza. Solo così potremo sperare di fermare questi orrori e garantire un futuro più sicuro per tutte le donne.