I primi mesi di Varese liberata, nel novembre 1945, sono testimoniati da una riunione della sezione varesina del Partito Comunista. Durante questa riunione, presieduta da Gianni Rodari, si discute dei gruppi di sinistra rivoluzionaria e internazionalista che potrebbero fare concorrenza al PCI. Tra i nomi menzionati, si fa riferimento al gruppo di Laveno e a Isidoro Azzario, un ferroviere attivo a Luino.
Questa riunione è documentata in un verbale pubblicato alcuni anni fa da Macchione Editore. Mentre molti si sono interessati al nome di Gianni Rodari, c’è chi invece è affascinato da Isidoro Azzario. Infatti, ancora oggi su enciclopedie come la Treccani o Wikipedia viene riportato che Isidoro Azzario è morto nel 1930. Tuttavia, Alessandro Pellegatta, insieme a Massimo Lunardelli, ha dedicato un libro a Isidoro Azzario, partendo dalla scoperta che il rivoluzionario dato per morto era invece ancora vivo nel 1945 e svolgeva ancora attività politica rivoluzionaria nel paesino di Germignaga vicino a Luino, sul Lago Maggiore.
Secondo Pellegatta, è il PCI che ha trasmesso l’informazione della sua morte, poiché in quegli anni voleva far scomparire il suo nome. Pellegatta è uno studioso appassionato dell’universo rivoluzionario di sinistra del PCI, che comprende trozkisti, internazionalisti, sostenitori della rivoluzione permanente, anarchici e sindacalisti eretici. Questi gruppi erano spesso contrastati dal “gran partito” che cercava l’egemonia sulla classe operaia e che, secondo l’accusa di sinistra, aveva abbandonato l’idea di rivoluzione.
Isidoro Azzario era stato un comunista ortodosso, un ferroviere aderente allo SFI, il sindacato autonomo dei ferrovieri. Aveva partecipato alla fondazione del Partito Comunista d’Italia e nel 1922 era stato a Mosca. Azzario era considerato un oratore formidabile da Gramsci e un elemento estremamente pericoloso dalle prefetture. Durante il regime fascista, Azzario venne arrestato mentre si trovava in missione a Panama per conto di Mosca. Durante il viaggio di ritorno in Italia, venne picchiato e torturato. I problemi mentali che si erano già manifestati iniziarono ad aggravarsi e i compagni faticavano a riconoscerlo quando tornò in Italia. Fu descritto nelle perizie psichiatriche come affetto da paranoia espansiva e delirio cronico progressivo. Alterna periodi di manicomio e carcere, avendo subito due condanne al Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato. Pellegatta e Lunardelli hanno raccontato la sua storia nel libro “Isidoro Azzario sulla terra e sulla luna”.
Forse a causa della sua pazzia, Azzario diventa un personaggio scomodo e scompare dalle cronache della sinistra ufficiale. Tuttavia, nel 1943 si trasferisce a Germignaga e riprende l’attività sindacale tra i ferrovieri dopo la caduta del fascismo. Nel corso degli anni, rivede le sue posizioni ma rimane sempre fedele all’idea di fare il bene delle classi popolari e dei lavoratori. Negli ultimi mesi della sua vita, afflitto anche dalla morte della figlia, Azzario girava con il genero diffondendo libri complicati che rivedevano la cosmogonia. Parlava di un “doppio” che ogni essere umano avrebbe sulla luna. Muore il 28 settembre 1959, mentre segue con passione l’avvio della corsa allo spazio e il lancio dello Sputnik nel 1957.
In conclusione, Isidoro Azzario è stato un personaggio di spicco nel movimento comunista italiano, fondatore del Partito Comunista d’Italia. Nonostante la sua pazzia e la sua scomparsa dalle cronache ufficiali, Azzario ha continuato a lottare per il bene delle classi popolari e dei lavoratori fino alla sua morte.