Aumento dei casi di infezione da West Nile Virus in Italia

Negli ultimi giorni, i casi di infezione da West Nile Virus (WNV) sono aumentati in Italia. Da inizio maggio, si contavano solo 6 casi, ma secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di sanità, il numero è salito a 25. Di questi, 15 si sono manifestati nella forma neuroinvasiva, 6 sono stati identificati in donatori di sangue e 4 sono casi di febbre.

Attualmente, sono 34 le province italiane in cui è stata dimostrata la circolazione del WNV, appartenenti a 7 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia e Sardegna. Si tratta di casi autoctoni, ovvero contratti sul territorio italiano.

Nel mese di maggio, è stata individuata una cornacchia positiva a Varese. In Lombardia, si è registrato un decesso nella provincia di Mantova e un altro caso a Cremona. È stato segnalato anche un caso a Novara.

La sorveglianza veterinaria su cavalli, uccelli e zanzare ha confermato la circolazione del WNV Lineage 2 in diverse regioni, mentre il WNV Lineage 1 è stato confermato in Sicilia e Veneto. Alcune province, come Treviso e Sondrio, sono in attesa di conferma positiva.

Sono stati individuati 22 uccelli positivi al WNV nelle regioni Emilia Romagna, Sardegna, Piemonte e Lombardia. Le analisi hanno classificato il ceppo virale nel Lineage 2. Anche una cornacchia è stata individuata nel Varesotto.

Inoltre, sono stati individuati 32 gruppi di zanzare positive al WNV in diverse regioni. Le analisi hanno rivelato la presenza del ceppo virale nel Lineage 2, ad eccezione delle province di Catania e Rovigo, in cui è stato confermato il Lineage 1. Nel Varesotto, non sono stati individuati gruppi di zanzare positivi.

L’autorità sanitaria rimane in allerta e continua a monitorare la situazione. Dal 2020, le attività di sorveglianza nei confronti dei virus West Nile e Usutu sono incluse nel Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi.

Attualmente, non esiste un vaccino per la febbre West Nile. La prevenzione consiste principalmente nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. È consigliabile utilizzare repellenti, indossare abiti a maniche lunghe e pantaloni lunghi all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto, utilizzare zanzariere alle finestre, svuotare i contenitori con acqua stagnante e cambiare frequentemente l’acqua nelle ciotole degli animali.

Il periodo di incubazione del virus varia da 2 a 14 giorni, ma può arrivare fino a 21 giorni nei soggetti con deficit del sistema immunitario. La maggior parte delle persone infette non mostra sintomi. Tra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri come febbre, mal di testa, nausea e linfonodi ingrossati. Nei casi più gravi, che si presentano in meno dell’1% delle persone infette, possono verificarsi febbre alta, mal di testa intenso, debolezza muscolare, disorientamento e altri sintomi neurologici.

È importante prestare attenzione a questa malattia e adottare le misure preventive necessarie per evitare la trasmissione del virus.

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