I sindaci dei nove comuni più colpiti dal maltempo del 21, 24 e 29 e 30 luglio hanno deciso di scrivere una lettera al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, per chiedere un intervento rapido ed efficace. Nonostante la richiesta di dichiarazione di stato di calamità naturale sia stata fatta alla Regione, al momento non si vedono né soldi né risarcimenti e molte persone sono in attesa di aiuto. Non possono permettersi di pagare imprese specializzate per la ricostruzione dei tetti, né riescono a trovare i materiali necessari per coprire le loro case. Inoltre, durante le allerte meteo, non sanno dove andare per mettersi al sicuro. Senza dimenticare coloro che non hanno più auto a causa della grandine o degli alberi caduti. Anche gli edifici pubblici e le scuole sono stati danneggiati, mettendo a rischio la riapertura a settembre. I sindaci di Gerenzano, Cislago, Caronno Pertusella, Uboldo, Saronno, Origgio, Turate, Rovellasca e Rovello Porro hanno inviato una lettera alla Regione Lombardia per ottenere risposte concrete e veloci. Nella lettera, chiedono un intervento che tenga conto delle reali esigenze della popolazione, senza nascondersi dietro cavilli normativi. Nonostante non ci siano state vittime, le famiglie sono distrutte sia dal punto di vista morale che finanziario. Le spese sostenute sono molto elevate e mettono a rischio il futuro di molte famiglie. Gli edifici, anche quelli privati, sono diventati inabitabili a causa dei danni subiti. I sindaci sottolineano che non si può considerare una soluzione il fatto che la comunità si aiuti reciprocamente, perché ci sono situazioni troppo gravi da affrontare. Chiedono quindi un risarcimento per coloro che hanno subito danni alle loro abitazioni, senza basarsi solo sull’ordinanza di inagibilità o sul numero di abitanti del comune. Chiedono anche un sostegno finanziario agli enti locali e un’anticipazione di cassa per poter avviare i lavori più urgenti e garantire la ripresa delle attività scolastiche. Non è accettabile ricorrere a debiti fuori bilancio o all’insegnamento a distanza, che minaccerebbe la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. In caso contrario, sono pronti a consegnare le chiavi dei loro paesi al prefetto. Restano in attesa di una risposta positiva.