Gorla, conosciuta come la “piccola Parigi” a partire dalla metà dell’Ottocento, si oppose fermamente all’annessione a Milano. Nonostante l’astuta mossa dell’unione con Precotto, Gorla perse la sua autonomia nel 1923.

Il nuovo piano urbanistico di Milano, che prevedeva l’annessione dei comuni limitrofi, non era ben accetto a Gorla. La città non voleva perdere la propria autonomia, soprattutto perché i terreni al di fuori della città costavano meno e le industrie che si stabilivano lì portavano nuova ricchezza al territorio. Ma dire no all’espansione della metropoli non era facile. Gorla cercò alleanze e cambiò persino il nome, diventando Gorla Precotto nel 1920. Tuttavia, questa mossa astuta si rivelò inutile e tre anni dopo, con il Regio Decreto n. 1912, Gorla fu annessa a Milano.

Le mappe catastali dell’epoca mostrano un paese lungo il fiume Martesana, con il centro storico che si trovava dove ora sorge piazza dei Piccoli Martiri, un tempo chiamata piazza Commune. Il municipio si affacciava su questa piazza, che oggi ospita Villa Arosio e confina con Villa Singer. Nella zona, c’era anche un profumiere austriaco che faceva arrivare piante ed essenze via canale. I barconi attraccavano poco dopo il ponte settecentesco, che era l’unico punto di attraversamento di Gorla. Molte tracce del passato sono scomparse: le cascine sono state demolite per fare spazio a condomini e al posto di Villa Duprais e Villa Angelica è stato costruito il monastero delle Clarisse. Al centro della città, c’è un monumento in ricordo della strage causata da una bomba nel 1944 alla scuola elementare Francesco Crispi.

Edo Brichetti, autore del libro “Storia e storie degli antichi borghi milanesi”, ha proposto di chiudere l’accesso automobilistico al ponte storico in ceppo d’Adda per valorizzare la piazza e trasformarla in una sorta di “Campo del Silenzio”. Durante l’estate, si nuotava al “Bagnin de Gorla”, vicino alla Cascina Martesana, dove scorreva il Cavo Taverna, un canale laterale. Nella parte occidentale del vecchio Comune, c’era il famoso “Cantun Frecc”, un edificio utilizzato per far stagionare i formaggi.

Gorla, con il suo fascino e il suo parco, era considerata la “piccola Parigi” e molte persone di Milano venivano in gita per prendere fresco, giocare a bocce, mangiare nelle trattorie e ballare.

Gorla ha perso la sua autonomia, ma la sua storia e il suo fascino restano vivi nel ricordo dei suoi abitanti e nella memoria collettiva di Milano.

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