A quindici anni dalla “fucilata” di Alessandro Ballan a Varese, l’Italia sogna con Alberto Bettiol ma alla fine la vittoria al Mondiale di ciclismo di Glasgow va a Mathieu Van der Poel. Con una progressione finale impressionante, più forte anche di una caduta.

Ma andiamo per ordine.
La corsa, al mattino, si era aperta con un momento davvero inatteso: la gara è stata fermata per 50 minuti a causa di una contestazione da parte di ecoattivisti che si sono incollati a terra (con tanto di uso di cemento) in un punto in cui la strada era particolarmente stretta, nella sezione iniziale del percorso sulle colline tra Edimburgo e Glasgow. Era in fuga un gruppo di nove corridori (nessun italiano) che sarà ripresa solo dentro la città di Glasgow.

La vera bagarre è in effetti arrivata nel percorso cittadino, particolarmente movimentato, per l’alternarsi di salite e discese e per le numerose curve.

Danimarca e Italia hanno “governato” la corsa nella parte centrale, mentre il gruppo di testa andava assottigliandosi. Dal km 80 è stato lo squadrone belga a rimanere in vantaggio numerico, si alternavano i tentativi di Van der Poel, Van Aert e Pogačar, mentre Bettiol perdeva il sostegno di Matteo Trentin per una sfortunata caduta in uscita da una curva.

A 55 dal traguardo, quando mancavano ancora quattro giri del nervoso percorso nelle vie della città scozzese, ci ha provato Bettiol. Un attacco deciso, in cui si è giocato tutto, in un momento particolare, visto che proprio in quel momento stanno iniziando a cadere le prime gocce di pioggia. Il toscano ha guadagnato una ventina di secondi, mantenuti per tre giri grazie anche all’asfalto bagnato che, associato alle numerose curve, ha reso più difficile l’inseguimento da parte del gruppetto alle spalle (Van der Poel, Pogacar, Pedersen e Van Aert).

A -22 dal traguardo, l’attacco di Van der Poel: superato di slancio Bettiol, l’olandese ha guadagnato in un attimo un centinaio di metri, quindici secondi.
Una scivolata in curva ha lasciato il pluricampione di ciclocross a terra: si è rialzato sanguinante, è ripartito con uno scarpino rotto, ha riguadagnato oltre un minuto, ha spinto fino all’ultimo, prima di alzare le braccia al cielo.
Secondo il rivale di sempre Wout Van Aert, terzo un Pogačar che ha battuto in volata Pedersen.

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