Il cancello dell’ingresso principale della Snia, il sito dismesso più grande della Lombardia, finalmente sarà disciplinato entro il mese di settembre. Dopo anni di apertura indiscriminata, questa situazione paradossale sembra avvicinarsi alla soluzione. Il cancello dell’ingresso principale, che dava accesso a chiunque, nonostante il problema dei vagabondi e dell’ordine pubblico, non è mai stato limitato a causa di questioni di competenze e proprietà.
La vicenda dell’ex Snia di Varedo, l’area dismessa più grande della Lombardia, non è mai stata risolta nonostante la sua singolarità. Dopo la completa dismissione del sito produttivo Snia, che copre un’area di quasi mezzo milione di metri quadri, il cancello dell’ingresso principale è rimasto costantemente aperto e accessibile a chiunque. Questo è dovuto al fatto che fino ad oggi non è stato possibile individuare il proprietario responsabile dal punto di vista catastale di quel perimetro. L’ingresso è di competenza del condominio delle realtà professionali attive nei locali adiacenti al piazzale, ma non è mai stato possibile stabilire con certezza chi sia il responsabile del porticato con il cancello elettrico.
Negli anni, a causa dell’assenza di un responsabile certo per l’apertura e la chiusura del cancello, ma anche per garantire l’accesso ai dipendenti della banca e agli altri uffici presenti, si è fatto di necessità virtù. Così, nel pieno centro di Varedo, si è vissuto il paradosso che chiunque potesse intrufolarsi nell’area della Snia direttamente dall’ingresso principale, magari per scopi di spaccio, ricettazione di oggetti rubati o semplicemente per dormire all’interno degli edifici dismessi.
Finalmente, grazie a un impegno congiunto delle autorità competenti, si sta cercando di risolvere questa situazione. Entro il mese di settembre, il cancello dell’ingresso principale della Snia sarà disciplinato, mettendo fine all’accesso indiscriminato e garantendo maggiore sicurezza per l’area. Speriamo che questa vicenda possa trovare una soluzione definitiva, in modo da evitare ulteriori problemi di ordine pubblico e sfruttamento dell’area dismessa.