La tragedia che ha colpito l’imprenditore agricolo e caseario Giacomo Chiapparini nella sua azienda a Romano di Lombardia domenica scorsa avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi. L’imprenditore è stato schiacciato da 15mila forme di formaggio nel suo deposito di stagionatura. Prima del crollo, Chiapparini si trovava nel capannone insieme al figlio Tiziano, ma quest’ultimo era uscito per fare una doccia poco prima dell’incidente.
Giacomo Chiapparini aveva chiamato suo figlio perché controllasse il robot che gira e pulisce automaticamente le forme di formaggio. Sembrava che una spia segnalasse una lieve anomalia. Decisero quindi di contattare l’assistenza il giorno successivo. Tiziano uscì dal locale e poco dopo, intorno alle 21, sentì il rumore del crollo. Si precipitò sul posto dove, dopo 11 ore di ricerche, i vigili del fuoco trovarono il corpo senza vita del padre.
Il presidente del Consorzio Grana Padano, Renato Zaghini, ha espresso il suo cordoglio per la tragica morte del 74enne. Giacomo Chiapparini faceva parte del Consorzio e produceva 15mila forme di Grana Padano all’anno presso la Cascina Clientela. La sua morte è stata causata dal cedimento strutturale delle impalcature, composte da 24 ripiani, alte 8 metri e lunghe 30, separate da 10 corridoi.
Il presidente del Consorzio ha dichiarato: “Rispettiamo il dolore della famiglia per questa tragica fatalità. Non ricordo eventi simili, neanche durante il terremoto in Emilia Romagna. Sappiamo di aver perso un imprenditore valido e operoso, che ha fatto dell’impegno, dell’ingegno, dell’operosità e del coraggio una ragione di vita, portando la sua impresa a importanti successi”. L’ultimo saluto a Giacomo Chiapparini si terrà giovedì alle 9.30 presso la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Romano di Lombardia.