Il salvataggio di una vita grazie ai defibrillatori installati nei rifugi del Club Alpino Italiano (CAI) di Bergamo dimostra l’importanza di questi dispositivi nella gestione delle emergenze. Domenica 6 agosto, al rifugio Merelli al Coca, un uomo di 59 anni si è sentito male a circa dieci minuti dal rifugio. Grazie alla prontezza di rifugisti che hanno prestato il primo soccorso e utilizzato il defibrillatore, la vita dell’uomo è stata salvata.

L’uomo, sebbene cosciente, presentava sintomi di un infarto in corso, come formicolio al braccio sinistro e peso sullo sterno. Improvvisamente, l’uomo è svenuto e il rifugista ha subito applicato il defibrillatore, effettuando il massaggio cardiaco in attesa dell’arrivo dell’elisoccorso, giunto sul posto quindici minuti dopo. Grazie a questo rapido intervento, l’uomo è stato trasportato in ospedale e, dopo un solo giorno, è stato estubato senza conseguenze neurologiche.

Il defibrillatore utilizzato dal rifugista del Merelli al Coca è uno dei nuovi dispositivi installati quest’anno dal CAI di Bergamo, che ha sostituito quello precedente grazie al progetto Bergamo Vita. Questo progetto, finanziato dal CAI nazionale, ha permesso di fornire ai rifugi macchinari automatici più leggeri e trasportabili anche a distanza. Inoltre, ogni anno vengono organizzati corsi di formazione e aggiornamento per tutti i rifugisti.

Questo episodio dimostra quanto sia fondamentale la presenza di defibrillatori nei rifugi di montagna, dove spesso non è possibile raggiungere rapidamente un ospedale. Grazie a questi dispositivi e all’efficienza dei rifugisti, è possibile salvare vite umane in situazioni di emergenza. Il CAI di Bergamo merita quindi un plauso per aver investito nella sicurezza dei propri rifugi e per aver formato il personale adeguatamente. La presenza di defibrillatori e di personale addestrato può fare la differenza tra la vita e la morte in situazioni critiche.

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