Restauro in Fonderia per la Scultura di Mario Negri: Il Comune si Costituirà Parte Civile

I lavori di restauro per la scultura di Mario Negri, danneggiata da due giovani e successivamente identificati, sono stati affidati a una fonderia nel milanese. Saranno i due ventenni a dover pagare per i danni causati. Nel processo penale per l’abbattimento della statua “Colonna dell’Adda” di Mario Negri, avvenuto nel centro cittadino di Sondrio nella notte tra il 29 e il 30 maggio, l’amministrazione comunale si costituirà parte civile per il risarcimento dei danni subiti per l’opera di proprietà pubblica.

La conferma arriva direttamente dal palazzo pretorio proprio mentre inizia il processo di sistemazione della scultura bronzea che adornava la fontana di piazza Campello. L’opera, alta cinque metri, realizzata nel 1968 dallo scultore e critico d’arte nato a Tirano e morto nel 1987, si era spezzata in tre parti a causa delle azioni dei due giovani. La statua era stata ritrovata la mattina del 30 maggio, suscitando rabbia e sgomento. Marina Negri, figlia dell’artista, aveva commentato: “Siamo rimaste molto dispiaciute, pensando anche a nostro padre che aveva uno sguardo sacrale e ideale rivolto verso la Valtellina”.

Per poterla riparare e rimetterla nella sua posizione originale davanti alla vasca d’acqua, il Comune si è rivolto alla Fonderia d’Arte De Andreis di Rozzano, in provincia di Milano. Il costo previsto per il restauro è di 4.270 euro. Questa somma sarà richiesta ai due vandali come risarcimento nel processo penale, anche se i tempi per ottenere tale risarcimento potrebbero non essere brevi, nonostante la denuncia per danneggiamento sia stata immediatamente trasmessa alla Procura di Sondrio. Grazie all’analisi delle registrazioni della videosorveglianza, le indagini condotte dalla Polizia locale di Sondrio avevano permesso di identificare rapidamente i responsabili dell’abbattimento della statua. Le immagini delle telecamere avevano mostrato i due ventenni salire sulla statua, farla oscillare e poi romperla facendola cadere a terra. I due non avevano riportato lesioni e, una volta rialzatisi dalla caduta, erano fuggiti. Nei giorni successivi erano stati convocati al comando della Polizia locale da Mauro Bradanini, ma nulla era trapelato su quanto fosse stato discusso.

Ora non resta che attendere sia i tempi della giustizia che quelli del restauro, anche se è difficile fare supposizioni su entrambi. Al momento, il palazzo pretorio non è in grado di dire quando la “Colonna dell’Adda” potrà tornare nella fontana di piazza Campello. Certamente, la sua assenza, anche visivamente, dopo tanti anni, si avverte come un vuoto. Al suo posto è rimasta solo la tubatura da cui zampilla l’acqua.

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