La nuova moda dell’estate: pubblicare gli scontrini sui social. I servizi “supplementari” aggiunti al momento del conto stanno scatenando polemiche online, così come gli scontrini troppo salati. Tra i costi in più per un toast tagliato a metà o una torta di compleanno portata da casa, e quelli per l’aggiunta di piatti o cucchiai, gli esempi diventano sempre più numerosi.

In un bar a Gera Lario, due clienti hanno dovuto pagare due euro in più per avere un toast tagliato a metà. Il titolare si è difeso dicendo che doveva usare due piattini e due tovaglioli, ma la richiesta è stata considerata eccessiva.

A Palermo, un gruppo di clienti ha dovuto pagare 20 euro per il taglio di una torta di compleanno portata da casa, indipendentemente dal fatto che fosse stata assaggiata o meno.

Un ristorante a Finale Ligure ha applicato un sovrapprezzo di due euro per un “piattino condivisione” vuoto, che due genitori hanno dovuto pagare per far assaggiare delle trofie al pesto alla loro figlioletta.

Un ristorante-pizzeria ad Alba ha addebitato 1,50 euro per “+ 2 cucchiai” a un cliente che ha condiviso la foto dello scontrino sui social.

Una pizzeria ad Albenga ha addebitato un supplemento di 2 euro a due clienti che hanno richiesto una “pizza ben cotta”.

Due turisti romani in vacanza a Porto Cervo hanno pagato 60 euro per due caffè con due bottigliette d’acqua, giustificati dai gestori come un’esperienza, ma per i turisti era semplicemente un caffè con acqua e 2 biscotti.

In Sardegna, due turisti fiorentini hanno pagato 18 euro per due panini con salame e due caffè in un chiosco sulla spiaggia di San Teodoro.

A Modena, una tavolata di 24 persone ha pagato 845 euro per un pasto a base di gnocchi fritti e tigelle in un chiosco. Dopo una discussione, i commensali hanno ottenuto una riduzione di 260 euro.

Anche all’autogrill non c’è salvezza. Due romani che stavano tornando a casa dopo le vacanze hanno speso 18,20 euro per due focacce alla mortadella e una bottiglietta d’acqua.

In una gelateria di Torino, un ragazzo ha ricevuto uno scontrino con un sovrapprezzo per il “supplemento festività”. Il titolare si è giustificato dicendo che c’era un cartello all’esterno del locale che avvertiva delle spese aggiuntive.

Questi sono solo alcuni esempi delle polemiche che si stanno diffondendo online riguardo agli scontrini troppo salati. I clienti si chiedono se sia giusto pagare costi aggiuntivi per servizi che dovrebbero essere inclusi nel prezzo, mentre i titolari si difendono dicendo che è giusto remunerare il proprio lavoro. La discussione continua, ma una cosa è certa: la pubblicazione degli scontrini sui social sta diventando l’ultima moda dell’estate.

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