Il ritorno dei writers a Como: un fenomeno preoccupante

Negli ultimi anni, il centro di Como sembrava essere stato risparmiato dai raid dei writers, ma recentemente il fenomeno è tornato in modo preoccupante. Era necessario risalire agli inizi degli anni Duemila per trovare un raid così diffuso e con firme esplicitamente rivendicative.

In passato, gli imbrattamenti rappresentavano un vero flagello per la città, ma grazie anche alla tragedia di Rumesh Raigama, il fenomeno si era affievolito notevolmente. Eppure, ora assistiamo al ritorno in “grande stile” di queste azioni vandaliche. Nel centro di Como, non c’è angolo che sia rimasto indenne da tag e bombolette: dal portico di San Francesco, colpito pesantemente con scritte gialle, ai chioschi lungo le mura, fino alle serrande dei negozi in piazza Vittoria, alle cabine telefoniche, alle pareti del Mercato Coperto e così via.

Una delle scritte sembra essere decifrabile con il numero 668 e la parola “Odio”. Questo ritorno dei writers coincide anche con la protesta del gruppo di volontari di Per Como Pulita, che da metà luglio è in sciopero. Una scelta dura, ma necessaria per denunciare la mancanza di un adeguato contrasto da parte delle autorità competenti, come la Procura della Repubblica di Como e la Polizia Locale, a questa costante piaga di atti vandalici.

L’associazione ha commentato amaramente l’ultimo raid, affermando che Como è una città con gravi carenze istituzionali. È importante che le autorità prendano sul serio questa situazione e si adoperino per contrastare efficacemente il fenomeno dei writers. Solo così si potrà preservare l’aspetto estetico della città e garantire un ambiente sicuro e accogliente per i cittadini e i turisti.

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