Addio alle cabine telefoniche a Saronno
SARONNO – La data indicata sull’avviso è quella del 13 agosto, al momento sono ancora al loro posto ma presto potrebbero diventare solo un ricordo. Il riferimento va alle due cabine telefoniche saronnesi, quella di piazza Repubblica e quella di corso Italia all’intersezione con piazza Avis.
Ormai da diverse settimane sulle due cabine è esposto un avviso che ne annuncia la dismissione proprio entro il 13 agosto, una data iconica perché coincide con quella della loro invenzione. Una notizia che ha provocato un po’ di amarezza tra i residenti, abituati alla presenza dei telefoni arancioni accanto al municipio e nel cuore del centro storico. Una dismissione che riguarda molte cabine in tutta Italia e contro cui alcuni cittadini hanno tentato di fare ricorso. C’era stata una prima tranche di dismissioni anni fa, ma l’83% dei telefoni era stato salvato proprio grazie all’intervento dei cittadini.
Del resto, come riportato da il Post, si tratta di un lungo iter arrivato all’epilogo: “L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha stabilito a seguito di una consultazione pubblica che non sia più necessario continuare a garantire la disponibilità delle cosiddette ‘postazioni telefoniche pubbliche’ sul territorio nazionale: in poche parole, ha deciso che le cabine telefoniche non servono più. In base alla delibera pubblicata il 23 maggio, la società telefonica TIM – che gestisce i telefoni pubblici a pagamento in Italia – potrà quindi cominciare a rimuovere le circa 18mila cabine attualmente attive, con poche eccezioni”.
Attualmente, nelle strade italiane sono attivi 16.073 telefoni pubblici, a cui si aggiungono le 1.801 postazioni collocate in ospedali, carceri e caserme e le 470 presenti nei rifugi di montagna. Secondo le indagini dell’Agcom, dal 2010 al 2017 il numero di chiamate fatte dai telefoni pubblici in Italia si è ridotto dell’80 per cento, passando da 96 milioni a meno di 20: più di recente, l’Agcom ha rilevato che dal 2019 al 2021 il numero medio di chiamate effettuate ogni anno per ciascuna postazione si è ridotto del 57 per cento, passando da 277 a 118, meno di una ogni tre giorni.
A breve, dunque, se saranno rispettate le tempistiche, le cabine, comprese le più iconiche della città degli amaretti, saranno dismesse. “In base alla nuova delibera, infatti, la presenza dei telefoni pubblici dovrà continuare a essere garantita nei ‘luoghi di rilevanza sociale’, in particolare negli ospedali e nelle strutture sanitarie, così come nelle carceri e nelle caserme”. TIM potrà anche dismettere le postazioni pubbliche che si trovano nei rifugi, ma per farlo dovrà prima accertarsi che nella zona ci sia un’adeguata copertura della rete mobile. La dismissione interesserà anche i telefoni pubblici nei rifugi, ma solo se sarà stabile e garantita la copertura mobile.