di Angelo Corna
L’estate è finalmente arrivata e con essa il desiderio di sole, mare e vacanze. Ma non bisogna dimenticare che è anche il momento perfetto per dedicarsi alla pace e al relax. Le Orobie bergamasche offrono tantissime opportunità per godersi la bellezza del nostro territorio, spesso a pochi passi da casa. Ecco quindi tre itinerari adatti a tutti, pronti per essere esplorati. Cosa aspettiamo? Prendiamo le gambe in spalla e partiamo!
Il primo itinerario ci porta alla Val Sedornia, una valle laterale della Val Seriana. Si dice che il suo nome derivi dal Dio Saturno, divinità italica e romana legata all’agricoltura e alla fecondità della terra. Questa valle è un angolo incontaminato delle nostre montagne, dove storia e natura si fondono creando un ambiente unico e suggestivo. Si può accedere alla valle da Tezzi Alti, una frazione di Gandellino, attraverso una strada sterrata fiancheggiata da muretti a secco e vecchia di oltre mille anni. I primi chilometri del percorso si snodano interamente nel bosco, fittissimo e totalmente incontaminato. Non è raro incontrare cervi e caprioli, e la zona è ricca di funghi, mirtilli, more e lamponi. Con pochi sforzi si arriva alla località conosciuta come gli Spiaz de la Martisola, dove si trova un masso erratico legato a leggende di culti precristiani. Qui si trova anche la cappella dedicata a san Carlo Borromeo, che durante la sua visita pastorale del 1575 si soffermò proprio in questi luoghi. Da qui si può proseguire verso lo “Spiazzo dell’Acqua”, una radura sulle rive del torrente Sedornia attrezzata con tavoli e panchine ideali per un pic-nic. Chi ancora ha energie può salire ulteriormente per incontrare marmotte e stambecchi, che abitano i ripidi pascoli vicino al Lago Spigorel, un lago di origine glaciale situato a 2.000 metri di quota.
Il secondo itinerario ci porta alla Val Sambuzza, una valle minore tributaria della Val Brembana. Questa valle è abbracciata dai monti Chierico, Zerna e Masoni, con al centro il Lago di Valle Sambuzza e i Laghi di Caldirolo. La nostra escursione ha inizio nella parte alta del paese di Carona, vicino al segnavia Cai 210 che porta ai rifugi Calvi e Longo. Seguendo una carrareccia, costeggiando il caratteristico borgo di Pagliari e dopo circa mezz’ora di cammino, si arriva alla suggestiva cascata della Val Sambuzza, alimentata dal torrente che nasce alle pendici del Pizzo Zerna. Qui, vicino a una fontanella d’acqua, il segnavia Cai 208 ci invita a svoltare bruscamente a sinistra. Abbandonando la folla che si dirige ai rifugi Longo e Calvi, si prosegue su un sentiero solitario e riservato, costeggiando il torrente e attraversandolo grazie a un piccolo ponte di legno. Si passa accanto a alcune baite private e, uscendo dal bosco, si arriva alla Baita Vecchia. Da qui si può ammirare il panorama sulla verde vallata e le cime caratteristiche che la caratterizzano. Si prosegue verso destra risalendo la testata della valle fino al Passo del Publino. Il sentiero sale con una pendenza costante ma mai eccessiva, e dopo poco più di due ore dalla partenza si arriva al Lago di Valsambuzza, situato a 2.085 metri di quota. I più allenati possono continuare l’escursione e raggiungere, con un’altra ora di cammino, il Pizzo Zerna, una montagna che domina l’intera vallata con i suoi 2.512 metri.
L’ultimo itinerario ci porta alla Valle del Vò, una zona suggestiva e solitaria poco prima di Schilpario, tra il monte Bognaviso e il Pizzo Tornello. Il fiume Vò dà il nome all’intera vallata. Una delle principali attrazioni estive di questa valle è la cascata dell’omonimo torrente, un salto di 25 metri immerso nel verde dei boschi. Il sentiero che porta alla cascata è ampio, ben battuto e segnalato, adatto anche per una gita fuori porta con i bambini. Dopo aver attraversato il ponte della provinciale (SP 294) e preso la stradina asfaltata che costeggia il fiume, si può seguire un percorso ad anello che parte vicino al ristorante Chalet del Vò. Parcheggiando lungo la strada che costeggia il torrente, si prosegue a piedi lungo la mulattiera segnalata dal segnavia Cai 413, che porta alle cascate. La vegetazione varia tra boschi di abete rosso, pino mugo, ontani e noccioli, mentre la fauna è ricca di camosci e altri animali selvatici. Ai piedi della cascata si trova un’area picnic perfetta per riposarsi. Pochi metri prima della cascata, il percorso continua su una passerella di legno che porta all’altra sponda del fiume. Risalendo il sentiero si incrocia la mulattiera che porta al Rifugio Tagliaferri, mentre tenendo la sinistra si ritorna al piccolo borgo di Ronco e al punto di partenza.
Le Orobie bergamasche sono un tesoro da scoprire e queste tre valli offrono un’esperienza unica a contatto con la natura e la storia del nostro territorio. Non perdiamo l’occasione di esplorare questi luoghi meravigliosi e rigenerarci immersi nella bellezza delle montagne.