Infortuni in montagna: l’imprudenza dei cercatori di funghi
Un’eccessiva sicurezza e imprudenza sono alla base dei continui infortuni in montagna che coinvolgono i cercatori di funghi. Queste persone si avventurano in luoghi impervi, puntando a raggiungere luoghi situati più in alto, intorno ai 1.500 metri di quota, dove sanno che ci sono i funghi, ma non tengono conto della discesa. La salita può essere superata anche aggirando gli ostacoli, ma la discesa è un’altra storia. Cambia la prospettiva, ci si perde e si rischia di cadere.
Il micologo Stefano Brenz Verca dell’Ats della Montagna spiega che la maggior parte degli incidenti riguarda persone del posto o comunque conoscitori dei luoghi, mentre i turisti sono più cauti e non si allontanano molto dai sentieri. Quando hanno dei dubbi, si rivolgono agli esperti per mostrare i funghi raccolti e evitare intossicazioni.
Il problema sembra riguardare soprattutto le persone del posto che conoscono bene i luoghi e li frequentano da anni. In questo periodo, i funghi si trovano solo sopra i 1.500 metri di quota, quindi i cercatori salgono in quota e camminano parecchio in salita. Il problema è il rientro, soprattutto se ci si avventura in luoghi impervi. Non basta avere le calzature adatte o uno zaino in spalla, è necessario evitare di azzardare troppo.
Brenz Verca consiglia di uscire sempre al mattino e mai al pomeriggio, per evitare di essere sorpresi dal buio. Spesso succede che si esca dopo pranzo, con l’idea di fare una passeggiata tranquilla, ma poi si va avanti senza accorgersene. Il bosco cambia il suo aspetto e le ombre si allungano. È importante limitarsi nella raccolta dei funghi e non farsi prendere dalla frenesia, anche perché non si possono mangiare funghi tutti i giorni.
In conclusione, è fondamentale essere prudenti e rispettare alcune regole quando si va a cercare i funghi in montagna. La sicurezza deve sempre essere la priorità per evitare infortuni e incidenti.
