L’anniversario della tragedia del ponte di Genova ci ricorda ancora una volta i gravi problemi che affligono l’infrastruttura italiana. Mentre un complicato processo è in corso per cercare di individuare le responsabilità individuali, si teme che la prescrizione possa scattare prima che si possa arrivare a una conclusione. Sembra evidente a tutti che questa tragedia sia stata causata da una serie di comportamenti negativi, come l’avidità, la pigrizia e la mancanza di adempimento dei propri compiti.

Ma non è solo il ponte di Genova a destare preoccupazione. Anche il ponte di Paderno, qui nelle vicinanze, sembra essere in uno stato di incertezza. Non sono sicuro di essere aggiornato sugli ultimi sviluppi, ma sembra che non si sia ancora arrivati a una decisione definitiva. Si sentono sempre le solite scuse, come “si, ma non qua” o “si, ma è meglio più in là”. E intanto il ponte continua a deteriorarsi.

Sono qui a Merate da 52 anni e ricordo quando le prime code si formavano sul ponte. Pensavo che in Lombardia, una regione all’avanguardia in Europa, ci fossero già progetti pronti per risolvere il problema. Ma più di mezzo secolo è passato e le code si sono solo allungate. La velocità massima consentita è diminuita da 30 a 20 km/h e si spera sempre che il vecchio ponte regga ancora un po’.

Abbiamo un Ministro lombardo molto attivo che si impegna per la costruzione di un nuovo ponte e per i cantieri. Ma quando finalmente arriveremo a una decisione? Possiamo avere un nuovo ponte qui nella nostra zona prima che la magistratura debba intervenire? Speriamo che qualcuno prenda finalmente delle decisioni e che si possa risolvere questo problema, senza dover aspettare indagini e fascicoli aperti.

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