La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla Lega in merito ai cartelloni che definivano “clandestini” i profughi affissi a Saronno. Questa decisione è significativa e speriamo che possa fare giurisprudenza e diventare un monito per i giornalisti che continuano ad utilizzare in modo improprio il termine “clandestino”. È importante ricordare che chi cerca salvezza in Italia perché fugge dal proprio paese è innanzitutto una persona e non può essere chiamato “clandestino”. La sentenza della Corte ha un alto valore politico e culturale, soprattutto in un momento in cui l’immigrazione viene criminalizzata. La Cassazione ha bocciato il vocabolario imposto dai fascioleghisti da due decenni nel nostro paese, richiamando i principi della nostra Costituzione. Ringraziamo l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) e l’associazione Naga per aver denunciato i leghisti.

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