La storia di un pulcino di gallinella d’acqua sfortunato

È un pomeriggio di Ferragosto, le città e i paesi sono svuotati dalle ferie e dal caldo. È il momento peggiore per finire nei guai e lo potrebbe sperimentare un pulcino di gallinella d’acqua. Finito in un tombino, dove non sarebbe mai riuscito a uscire, il piccolo non demorde. Piange finché delle persone lo sentono, colgono la situazione e chiamano i soccorsi.

La storia è raccontata oggi da Enpa Milano che spiega innanzitutto: «Non ne vediamo molte tra i nostri ingressi, ma non certo perché siano poco diffuse sul territorio: le gallinelle d’acqua sono uccelli acquatici in cui non è difficile imbattersi se ci si trova nei pressi di corsi d’acqua e terreni umidi. Da adulte, sono caratterizzate da piumaggio nero nella parte anteriore del corpo e marrone scuro nella parte posteriore; il becco è giallo e la fronte di colore rossastro. Il pulcino nelle foto ci mostra già un accenno di quello che sarà il suo aspetto una volta cresciuto».

Poi la descrizione di quanto accaduto a Cassina De’ Pecchi, nel Milanese e la precisazione: «In generale, quando sono così piccoli non sono comunque in grado di sopravvivere da soli: occorrono quasi due mesi perché le piccole gallinelle d’acqua siano completamente indipendenti dalle cure parentali. Per questo motivo, se si è certi che non ci siano adulti nei paraggi o in caso di esemplari feriti, è importante un soccorso tempestivo e l’altrettanto tempestiva consegna presso un centro di recupero».

Così è avvenuto per il piccolo. Ed è importante ringraziare chi ha raccolto il suo Sos nel vuoto di Ferragosto e chi lo sta curando: «Ringraziamo i segnalanti per la loro accortezza e per aver risposto al richiamo di questo pulcino sfortunato, che ora si trova al Cras di Vanzago in attesa che possa essere rilasciato in natura».

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