Il sindacato degli agenti della polizia penitenziaria di Monza ha denunciato un grave problema di sicurezza all’interno del carcere. Infatti, sono stati scoperti ben cinque detenuti con telefoni cellulari nelle loro celle, dimostrando una mancanza di controlli adeguati da parte del personale penitenziario.

Secondo il presidente regionale del sindacato Uilpa polizia penitenziaria, Domenico Benemia, i telefoni riescono a passare sotto i metal detector senza lasciare traccia, specialmente quelli di dimensioni ridotte. Questo permette ai detenuti di comunicare segretamente con l’esterno, creando un rischio per la sicurezza degli agenti.

L’ultimo episodio si è verificato nella Sezione 1, dedicata ai detenuti comuni. Gli agenti sono preoccupati per la propria incolumità, poiché un detenuto potrebbe dare indicazioni ai suoi complici all’esterno per prendere di mira gli agenti quando sono fuori servizio.

Durante una perquisizione, gli agenti hanno trovato un telefono cellulare nascosto all’interno di un accappatoio del detenuto. Il sindacato chiede che in casi come questo il detenuto venga trasferito in un’altra casa circondariale per garantire la sicurezza del personale penitenziario.

Non è la prima volta che si verificano situazioni del genere. Il sindacato ha ricordato un’operazione dello scorso agosto, in cui sono stati trovati quattro telefoni cellulari con caricabatterie e sostanze stupefacenti. Questo dimostra la necessità di un controllo più rigoroso all’interno del carcere.

Il sindacato ribadisce che la polizia penitenziaria è sempre presente e svolge il suo difficile compito 24 ore su 24 per proteggere la comunità. È fondamentale garantire la sicurezza all’interno delle carceri, evitando che i detenuti possano avere accesso a telefoni cellulari e continuare a comunicare con l’esterno in modo segreto.

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