Il nuovo servizio istituito al Policlinico San Marco ha registrato il suo primo bilancio. Chi usufruisce di questo servizio, pagando 149 euro, ha principalmente problemi ortopedici.

I tabelloni luminosi parlano da soli. Lo schermo del pronto soccorso è simile a quelli dei servizi ospedalieri: alle 11 mostra, a seconda dell’urgenza, pazienti arrivati anche quattro ore prima. Sul tabellone, nella sezione degli “ambulatori privati”, cinquanta metri più avanti, le caselle dei numeri in attesa e degli ambulatori da visitare sono vuote. La differenza è che nel primo caso il servizio è gratuito o prevede al massimo un ticket, mentre nel secondo caso si pagano 149 euro per non dover aspettare.

Il servizio, inaugurato un mese fa al Policlinico San Marco di Zingonia, si chiama “ambulatorio ad accesso diretto”, anche se somiglia molto a un pronto soccorso privato. Non è per casi gravi: i codici rossi hanno la precedenza ovunque. È pensato per quei problemi che al triage vengono classificati come codice bianco o verde, e per chi deve farsi visitare (e magari non ha un medico di base) rischia di trascorrere l’intera giornata a guardare il tabellone. Ecco quindi la scorciatoia: si paga e si ottiene una visita. Finora sono stati pochi a farlo: il servizio è attivo da un mese e in trenta giorni sono stati quindici i pazienti. Nella maggior parte dei casi si trattava di piccoli problemi ortopedici, oltre ad alcuni casi chirurgici e urologici. Uno dei pazienti era in condizioni più gravi di quanto previsto dal servizio ed è stato inviato al pronto soccorso.

Il corridoio degli ambulatori privati rimane deserto per lungo tempo e tra coloro che si affacciano a una delle otto porte ci sono spesso per altre incombenze. La signora Camilla, con una mano sorregge un’anziana e con l’altra spiega al telefono i sintomi di un problema polmonare. “Io non sono malata, sono una volontaria che assiste gli anziani e di recente mi è capitato di accompagnarne qualcuno qui”, dice dopo essersi seduta. “Certamente è comodo, qualche giorno fa un’altra signora ha trovato subito la visita di un otorino. Ma un’altra persona non poteva permetterselo, siamo dovute andare al pronto soccorso. Però mi chiedo perché vengano effettuate trattenute sugli stipendi se poi si deve pagare per i servizi”. Un uomo entra solo per leggere il tabellone con i dettagli: “Una volta, al pronto soccorso per un colpo di frusta, ho aspettato dalle 7 del mattino alle 21. Preferisco pagare qualcosa piuttosto che sprecare l’intera giornata”. Bisogna aspettare quasi un’ora per vedere un altro paziente mettersi davanti a un ambulatorio. L’uomo spiega di essere venuto appositamente da Milano: “È colpa mia, non mi decido mai a farmi visitare perché non voglio aspettare per ore. Ho letto sul sito del Corriere di questo posto, ho pensato che fosse una grande comodità e sono venuto”.

Tra coloro che stanno contando le ore di attesa al pronto soccorso dello stesso ospedale ci sono persone che non sapevano del nuovo servizio. “Sono qui da tre ore e mezza, ma per un pronto soccorso anche dieci ore sono la norma”, dice una donna, che si meraviglia del nuovo servizio: “Siamo sempre lì, chi può pagare e gli altri devono morire? Sarebbe più giusto che tutti facessero la coda, perché magari io posso permettermelo ma ci sono persone che non possono nemmeno scegliere”. Più ottimista è un signore di Ciserano che sta aspettando di portare a casa la madre ottantenne, che ha trascorso la notte al pronto soccorso: “Un mese fa, per una visita alla schiena, abbiamo aspettato undici ore fino a mezzanotte. Se ci fosse stato il servizio e avessi saputo di dover aspettare così tanto, con mia madre in queste condizioni, avrei preferito pagare”.

Il Policlinico tiene a ricordare il senso del nuovo servizio: “Certi trattamenti non richiedono l’accesso al pronto soccorso. Alcuni utenti ci hanno più volte chiesto di poter accedere alle prestazioni mediche direttamente, senza prenotazione. Abbiamo deciso di accogliere le loro richieste attivando questa modalità di offerta. Le visite differiscono da quelle erogate tradizionalmente solo nel fatto che, in alcune fasce orarie e in alcuni giorni, sono richiedibili a pagamento senza appuntamento. Non si sostituiscono alla gestione delle urgenze e il pronto soccorso rimane aperto 24 ore su 24”.

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