112 anni fa, il 20 agosto 1911, un imbianchino di Dumenza, Vincenzo Peruggia, compì uno dei furti più famosi della storia dell’arte rubando la celebre Gioconda dal Museo del Louvre a Parigi. L’Italia si trovò coinvolta in un caso internazionale che sollevò grande scalpore.

Peruggia, originario di Dumenza, era emigrato in Francia da giovane e aveva lavorato al Louvre come decoratore. Conosceva quindi perfettamente il museo e le abitudini del personale. Convinto erroneamente che la Gioconda fosse stata trafugata da Napoleone durante le spoliazioni napoleoniche, decise di compiere il furto per regalare l’opera all’Italia.

La notte del furto, Peruggia si nascose nel museo e, approfittando di un momento di distrazione, tolse il dipinto dalla cornice e lo nascose sotto il cappotto. Conosceva bene il luogo e le misure di sicurezza erano molto scarse, limitate all’addestramento delle guardie al judo.

Dopo il furto, le autorità francesi sospettarono inizialmente dell’Impero Tedesco, del poeta Apollinaire e di Pablo Picasso. Venne interrogato anche il famoso pittore spagnolo, ma alla fine si scoprì che il colpevole era stato l’imbianchino di Dumenza.

Peruggia si recò a Firenze per rivendere l’opera a un antiquario, Alfredo Geri. Quest’ultimo ricevette una lettera firmata “Leonardo” in cui si dichiarava che la Gioconda apparteneva all’Italia perché Leonardo era italiano. La lettera era accompagnata dalla richiesta di 500.000 lire in cambio del dipinto. Intrigato, Geri fissò un appuntamento con Peruggia per verificare l’autenticità dell’opera.

Nel dicembre del 1913, Geri e il direttore degli Uffizi, Giovanni Poggi, si accorsero che la Gioconda era effettivamente originale e la fecero consegnare per “verificarne l’autenticità”. Nel frattempo, Peruggia fu arrestato e processato. Venne condannato a un anno e quindici giorni di prigione, ma la sua pena fu ridotta a sette mesi e quindici giorni. La sua difesa si basò sul patriottismo e riuscì a suscitare anche qualche simpatia. Si parlò persino di “peruggismo”.

Dopo il ritrovamento dell’opera, la Gioconda fu esibita in tutta Italia, prima agli Uffizi di Firenze, poi all’ambasciata di Francia a Roma e infine alla Galleria Borghese. Successivamente, il dipinto fu riportato in Francia, accolto con grande pompa dalle autorità francesi.

Il furto della Gioconda da parte di Vincenzo Peruggia rimane una delle storie più incredibili della storia dell’arte. Un imbianchino di Dumenza riuscì a sollevare un caso internazionale, dimostrando che anche le persone comuni possono compiere gesta straordinarie.

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