Scoperte archeologiche sul Gavia: alla ricerca delle tracce dei cacciatori antichi
22 agosto 2023 – La scorsa settimana sono iniziate le ricerche archeologiche presso la Malga di Valle dell’Alpe, nel territorio comunale di Valfurva, nell’alta Valtellina. L’obiettivo di questi scavi è individuare e portare alla luce le tracce dei cacciatori più antichi che frequentarono l’area della Val di Gavia tra 10.000 e 8.000 anni fa, alla fine dell’ultima era glaciale.
La presenza di strumenti in selce nell’area del Gavia fu segnalata per la prima volta alla fine degli anni Settanta, da ricercatori del Museo Tridentino di Storia Naturale, coordinati da Bernardo Bagolini, e confermata dagli scavi condotti dal Consiglio Superiore delle Ricerche e dall’Università degli Studi di Milano nel 1992. Più recentemente, Giuseppe Cola, un appassionato frequentatore delle alte quote, ha segnalato il ritrovamento di altri manufatti in diverse occasioni. Queste nuove segnalazioni hanno spinto la Soprintendenza a incaricare la ditta specializzata SAP Ricerche archeologiche di condurre ulteriori ricerche, che si stanno svolgendo in questi giorni presso la Malga dell’Alpe.
Questo è solo il primo passo di un ampio progetto di ricerca e valorizzazione del patrimonio archeologico della Valle di Gavia, promosso congiuntamente dalla Soprintendenza, dal Parco Nazionale dello Stelvio e dal Comune di Valfurva. L’obiettivo di questo progetto ambizioso è anche quello di proporre nuovi modelli di fruizione e valorizzazione delle aree di alta montagna.
Questi luoghi conservano testimonianze antichissime di contatti avvenuti tra i diversi versanti delle Alpi. Ad esempio, i piccoli strumenti in pietra, come punte di freccia e lame di coltelli, abbandonati dai cacciatori mesolitici e rinvenuti sul Gavia, sono principalmente realizzati in selce, un materiale che non è presente nelle vicinanze e che è stato prelevato da luoghi piuttosto lontani, dalle Prealpi lombarde e dalla Valle dell’Adige.
Queste ricerche sono particolarmente importanti perché consentono di raccogliere informazioni sui cambiamenti climatici avvenuti in queste aree dalla fine dell’ultima glaciazione, circa 12.000 anni fa. Si auspica che le ricerche continueranno e che, a partire dal prossimo anno, si possano ripetere annualmente, ampliando la collaborazione anche con istituti universitari e enti di ricerca.