La battaglia di Biumo: la vittoria di Garibaldi a Varese
La “main street” del centro storico di Biumo Inferiore, a Varese, porta il nome di una battaglia storica che ha segnato l’inizio della liberazione della Lombardia nordoccidentale dal dominio straniero. Il 26 maggio 1859, al comando dei suoi Cacciatori delle Alpi, Giuseppe Garibaldi respinse l’assalto delle truppe austriache comandate dal tenente maresciallo Karl von Urban.
Giuseppe Garibaldi, nato a Nizza nel 1807, aveva già combattuto in terra varesina nel 1848, durante la Prima guerra d’Indipendenza. Dopo aver sconfitto le truppe austriache a Luino il 15 agosto, Garibaldi raggiunse Varese e pronunciò un discorso dal balcone del Palazzo Pretorio, chiamando i varesini alle armi. Tuttavia, il 26 agosto fu sorpreso dal nemico a Morazzone e dovette trovare rifugio in Svizzera.
Undici anni dopo, Garibaldi tornò in terra varesina. Sbarcato con i Cacciatori delle Alpi a Sesto Calende il 23 maggio 1859, il generale diresse la battaglia di Biumo dalla Villa Ponti Napoleonica, costringendo il nemico a fuggire precipitosamente verso Como. A San Fermo, i volontari garibaldini riportarono una nuova vittoria il 27 maggio, ma durante lo scontro fu ferito a morte il capitano Carlo De Cristoforis, uno dei più valorosi ufficiali del generale.
Dopo aver liberato Varese e Como, Garibaldi decise di attaccare il fortino di Laveno per “bonificare” il nord del Varesotto dalla presenza austriaca. Tuttavia, l’impresa non ebbe successo e nel frattempo la città di Varese fu accerchiata e bombardata dalle truppe austriache. Gran parte della popolazione si rifugiò nelle alture a nord di Varese e il pretore Sopransi dovette trattare con il comandante austriaco il pagamento di un “riscatto” iperbolico, che però non fu mai pagato a causa del ritorno di Garibaldi alle porte di Varese.
Nonostante i danni subiti durante la digressione di Garibaldi, il rapporto tra il generale e la città di Varese rimase forte. Garibaldi fu eletto deputato al Parlamento subalpino dal collegio di Varese il 29 marzo 1860, ma optò per l’elezione nel collegio di Nizza Marittima in segno di protesta per la cessione di Nizza alla Francia. Il Consiglio comunale di Varese gli conferì la cittadinanza onoraria il 10 maggio 1860.
Il generale Garibaldi fu ospite più volte a Varese e nel castello di Besozzo di Domenico Adamoli, della sua consorte Lucia Prinetti e del figlio Giulio. Felice Orrigoni, un altro varesino illustre, ebbe un rapporto di amicizia intima con Garibaldi. Capitano di mare, Orrigoni conobbe Garibaldi in America Latina e fece parte dello stato maggiore del generale fino all’impresa dei Mille. In seguito, Orrigoni inviò a Garibaldi una casa prefabbricata chiamata “casa di ferro” come regalo dall’Inghilterra. Oggi questa casa ospita la biblioteca garibaldina a Caprera, dove Garibaldi si spense il 2 agosto 1882.
La vittoria di Garibaldi a Varese nella battaglia di Biumo rimane un momento significativo nella storia della città e nel rapporto tra il generale e i varesini. La città continua ad ammirare e onorare l’Eroe dei Due Mondi per il suo contributo alla liberazione dell’Italia.