La polemica sull’adesione del Comune di Calolziocorte al progetto “Stazioni sicure” continua a far discutere. Diego Colosimo, capogruppo di Cambia Calolzio, critica l’amministrazione in carica per non aver aderito al progetto nonostante i problemi di ordine pubblico nella zona. Colosimo sottolinea che la sicurezza della stazione dipende non solo dalla presenza delle forze dell’ordine, ma anche dal fatto che la biglietteria è chiusa, il bar ha cessato l’attività e lo spazio antistante è degradato.

L’assessore alla sicurezza Luca Caremi spiega le ragioni della mancata adesione al progetto, affermando che il Comune è a corto di personale della Polizia locale. Caremi sottolinea che per partecipare al progetto sarebbe stato necessario avere la disponibilità degli agenti, ma i ranghi della Polizia locale sono già ridotti. Inoltre, Caremi osserva che il progetto ha perso parte del suo significato originario nel corso degli anni, passando da controlli sui treni a controlli delle aree attorno alla stazione.

Nonostante la mancata adesione al progetto, sono state introdotte altre misure per aumentare la sicurezza nella zona. L’ufficio della Polizia locale è stato trasferito praticamente in stazione e il sistema di videosorveglianza è stato potenziato. Caremi afferma che, paradossalmente, la zona è ora più presidiata e controllata rispetto al passato. Inoltre, sembra che il bar di fronte alla stazione possa riaprire entro la fine di settembre.

Nonostante le spiegazioni dell’assessore, la polemica sulla mancata adesione al progetto “Stazioni sicure” continua a dividere l’opinione pubblica. La sicurezza nella zona della stazione rimane una questione spinosa, e i cittadini si chiedono se le misure adottate siano sufficienti a garantire la tranquillità e l’ordine pubblico.

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