Un uomo ucraino di 38 anni è stato processato questa mattina per resistenza a pubblico ufficiale dopo essere stato richiamato per un tuffo in area con divieto di balneazione e ha patteggiato una pena di tre mesi di detenzione.
Un uomo è stato arrestato e processato questa mattina, 26 agosto, per direttissima nel palazzo di giustizia cittadino, per un bagno non consentito nell’area di Villa Olmo.
A finire nei guai è stato infatti un rifugiato ucraino residente a Milano, Maksym Hryhoriev (38 anni) che dopo aver deciso di passare qualche ora sul Lago di Como in compagnia della fidanzata, ha deciso anche di fare il bagno nell’acqua per abbassare un po’ la temperatura corporea in una giornata di grande caldo. Per farlo, ha scelto l’area di Villa Olmo ma la polizia locale, che presidiava le rive, l’ha richiamato invitandolo ad uscire dal lago in quanto in quel punto la balneazione non era consentita.
Ne è nato però un acceso diverbio, con l’uomo ucraino ad inveire contro gli agenti, investendoli di improperi e colpendo anche con i calci le portiere e i vetri della pattuglia. La polizia locale, dopo essersi confrontata con il pubblico ministero Antonia Pavan, ha arrestato il cittadino ucraino contestandogli non solo la resistenza a pubblico ufficiale, ma anche l’essersi rifiutato di fornire indicazioni sulla propria identità personale. Dopo una notte in camera di sicurezza, il trentottenne ieri mattina è comparso in aula nel palazzo di giustizia cittadino, scegliendo – dopo un confronto con l’avvocato Simone Terraneo – di patteggiare la pena che è stata quantificata in tre mesi con la sospensione condizionale. Nel corso dell’udienza, l’uomo ucraino avrebbe preso la parola per chiedere scusa agli agenti che aveva insultato, dicendo di aver capito di aver commesso uno sbaglio.
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