La ricerca condotta dal Progetto Sebino ha come obiettivo quello di mappare specie animali che potrebbero vivere esclusivamente nel sistema carsico Bueno Fonteno-Nueva Vida di Fonteno. Queste specie si sono isolate e riprodotte, differenziandosi da quelle presenti in altre grotte. Il progetto, chiamato affettuosamente “Salsa Rosa” dagli speleologi di Progetto Sebino, è entrato nella fase operativa. Sabato 25 agosto, Filippomaria Cassarino, vicepresidente di Progetto Sebino, Alberto Consoli, presidente della scuola Cai Lovere di speleologia, Francesco Rota e Davide Leri sono entrati nella grotta Bueno Fonteno per raccogliere le prime specie animali. Cassarino spiega che in precedenza erano state posizionate delle trappole e che alcuni animali sono rimasti intrappolati. Ha raccolto collemboli, miriapodi e diversi coleotteri, che verranno conservati in alcol 75% e inviati ad altri esperti per essere esattamente identificati.

Il progetto si concentra solo sugli animali troglobi, che vivono esclusivamente nelle grotte e non le utilizzano solo in determinati cicli della loro vita, come ad esempio i pipistrelli o i tassi che vi entrano solo per riposare durante la notte. Sono prese in considerazione solo le specie strettamente adattate alla vita in grotta, che presentano caratteristiche specifiche come l’assenza di occhi e pigmenti. Si tratta principalmente di invertebrati come crostacei, aracnidi e insetti. Non sono presenti anfibi o pesci. È possibile che ci siano specie nuove ancora da scoprire, che potranno essere identificate solo attraverso l’analisi genetica.

Il progetto è finanziato da Uniacque e ha l’obiettivo di aggiornare una lista di specie precedentemente classificate nel 2011, completandola e identificando le specie a livello specifico. L’obiettivo finale è anche quello di proteggere l’ambiente, scoprendo possibilmente nuove specie e valorizzando il territorio in generale.

Il monitoraggio fa parte di un progetto finanziato da Uniacque che si propone di mappare e indagare le dinamiche idrologiche e idrogeologiche dei sistemi carsici, esplorando circa 100 km di abissi, di cui 35 già esplorati a partire dalla loro scoperta nel 2006, per descrivere e analizzare il comportamento dei corsi d’acqua sotterranei e delle sorgenti.

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