Autopsia sul corpo di un bracciante agricolo deceduto durante la vendemmia
Ieri mattina la Procura della Repubblica ha incaricato l’istituto di Medicina legale di Brescia di effettuare un’autopsia sul corpo di Ioan Avarvarei, un bracciante agricolo rumeno di 37 anni, morto venerdì pomeriggio a causa di un malore mentre lavorava in un vigneto della Franciacorta per la vendemmia. Al momento del decesso la temperatura era superiore ai 37 gradi nella zona di Cazzago San Martino.
L’obiettivo dell’esame è quello di comprendere esattamente cosa abbia causato la morte di un soggetto obeso ma, secondo il fratello che lavorava con lui, altrimenti in buona salute. I carabinieri della stazione del paese e i tecnici della medicina del lavoro hanno raccolto le testimonianze dei datori di lavoro e dei colleghi, verificando tutti i documenti e le attrezzature dei braccianti.
Le prime indagini e gli accertamenti successivi hanno dimostrato che il lavoratore era stato regolarmente assunto e che, nella giornata in cui si è verificata la tragedia, erano stati rispettati gli orari previsti e i tempi di pausa. Inoltre, i lavoratori avevano a disposizione acqua fresca e spazi all’ombra per riposare. Per questo motivo, al momento non ci sono indagati né ipotesi di reato, ma solo la necessità di fare chiarezza.
Questo episodio, in cui anche il gran caldo potrebbe aver svolto un ruolo importante, ha riportato in primo piano la questione della salute dei lavoratori durante le giornate con temperature elevate. In particolare, la Cgil aveva emesso una circolare a luglio in cui chiedeva alle aziende di sospendere le operazioni tra le 14 e le 17 e, dopo la tragedia di Cazzago, aveva rinnovato la richiesta alle imprese di rivedere gli orari per evitare che i lavoratori, soprattutto nel settore agricolo, si trovassero all’aperto durante le ore più calde della giornata.