“Stefi, ti salutiamo. Dopo 198 giorni sei libera, riposi in pace”. Queste sono state le parole del cugino Mattia, che ha parlato a nome della famiglia durante i funerali di Stefania Rota. La cerimonia si è svolta nella chiesa di San Michele a Mapello il 28 agosto e ha visto la partecipazione di molte persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto alla donna di 63 anni, uccisa dal cugino di secondo grado Ivano Perico, suo vicino di casa e coetaneo.

Durante una preghiera, il parroco ha parlato del male che si annida in ognuno di noi, nei parenti, nei vicini e persino negli amici. Ha parlato di preghiera, di perdono e della necessità di difendere i più deboli. Si è rivolto a Dio dicendo che ogni volta che tradisce la vita dell’uomo, lo fa soffrire.

Stefania Rota ha finalmente avuto il suo funerale, quattro mesi dopo la scoperta del suo corpo in casa, in via XI Febbraio 28 a Mapello. Sette mesi sono passati dall’11 febbraio, che secondo le indagini dei carabinieri è la data dell’omicidio. Il diario della donna si ferma proprio a quel giorno, quando annotava tutto ciò che faceva. Quel giorno c’è la colazione, la benzina e la spesa al supermercato. Poi tutto si interrompe. Ed è proprio in quel giorno che è stato trovato lo scontrino in casa. Anche i contatti telefonici tra Stefania Rota e Perico si interrompono quel giorno, dopo mesi di frequenti chiamate.

Le persone li vedevano camminare insieme. Eppure, quando un’amica di Stefania Rota è andata a cercarla a casa insieme al marito, Perico ha detto loro che era via, al mare a prendersi cura di un anziano. Ha tenuto il suo segreto fino al giorno dell’arresto, il 13 maggio, quando i carabinieri erano già sulle sue tracce e aspettavano solo di eseguire l’ordinanza di custodia cautelare del giudice.

Perico ha confessato di aver perso la testa dopo una discussione con la cugina riguardo al condono del capannone del padre di lei, situato tra le loro case. Lui aveva dei metri quadrati di muro abusivi, mentre a lei era stata concessa la regolarizzazione. Ha preso un martello e l’ha colpita alla testa. Ha preso le chiavi di casa di Stefania, il suo telefono e la sua borsa e le ha gettate. Ha invece utilizzato la Ford Fiesta blu della donna, il cui GPS ha tracciato percorsi coincidenti con le celle agganciate dal cellulare di Perico. Un elemento decisivo per l’arresto, confermato anche dalla sua confessione.

È stata una tragedia terribile quella che ha colpito Stefania Rota e la sua famiglia. Ora, dopo 198 giorni, la sua anima può finalmente riposare in pace.

Articolo precedentePresidio dei manifestanti a Zingonia: difendiamo i diritti di tutti
Articolo successivoNotte di musica e divertimento nel Parco del Serio a Fornovo San Giovanni

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui