Roberto Cogliati, un uomo di 56 anni di Lecco, ha finalmente ritrovato il suo “angelo custode” dopo quasi mezzo secolo. Si tratta di Bruno Folco, un vigile urbano di 84 anni di Finale Ligure. Nel luglio del 1977, a Borghetto Santo Spirito, Folco non esitò a mettere a rischio la propria vita per salvare Cogliati, che all’epoca aveva solo 10 anni, dalla scossa elettrica di una giostra difettosa. I due si sono finalmente rincontrati pochi giorni fa grazie alla determinazione di Cogliati, che ora è un manager di successo e padre di due ragazze.
Cogliati racconta che quella mattina a Borghetto Santo Spirito faceva molto caldo. Dopo aver fatto il bagno, lui e i suoi amici giravano nel luna park allestito su un molo. C’era una giostra con un pallone rimasto giù e Cogliati decise di andare a colpirlo. Tuttavia, avendo ancora i piedi bagnati e nudi, rimase folgorato al contatto con la pedana della giostra. Non ricorda più nulla di quello che accadde dopo, ma sa solo quello che gli hanno raccontato. Un vigile urbano intervenne e lo mise in salvo, anche se rimase in coma per quattro ore e fece un mese in terapia intensiva. Cogliati si era ustionato internamente e fortunatamente l’ospedale era specializzato in grandi ustioni. Da allora non aveva più avuto modo di incontrare quel vigile.
Bruno Folco, che ora vive ad Albenga, quel giorno era in servizio sulla spiaggia. Sentì urlare che Cogliati era morto e vide la gente scappare. Senza pensarci, corse verso la giostra e capì subito cosa stava accadendo. Si gettò su quel bambino per staccarlo dalla giostra e svenne a sua volta a causa della scossa. Fu ricoverato in ospedale per qualche giorno, ma pensava solo al bambino. Cogliati aveva ustioni sulla pelle, sulle mani, sul torace e sotto il mento. Folco sperava che si salvasse e che non avesse danni cerebrali. In ospedale, il padre di Cogliati venne a ringraziarlo. Successivamente, Folco ricevette encomi ufficiali e molti complimenti. Per anni si chiese cosa fosse successo a quel bambino e se stesse bene.
Cogliati ha sempre saputo che doveva la vita a quel vigile urbano. Quest’estate, mentre girava in moto per la Liguria, sentì che era arrivato il momento di rintracciarlo. Aveva con sé solo un ritaglio di giornale dell’epoca che riportava il cognome sbagliato. Ha fatto avanti e indietro tra Pietra, Albenga e Finale. È andato prima all’anagrafe di Borghetto, poi al comando dei vigili locali. Ha scoperto il vero cognome di Folco e che il suo numero di matricola era il 7. Grazie alle indicazioni di altri vigili urbani in pensione, ha saputo dove abitava. Un suo amico ha riconosciuto Folco e finalmente Cogliati ha potuto rincontrarlo. Per lui, Folco rimane un superuomo.
L’incontro dopo tanti anni è stato molto emozionante. Folco si è commosso vedendo il bambino che aveva salvato ormai diventato un uomo e un padre. Non pensava di rivederlo, eppure di lui ricordava solo il nome. Cogliati aggiunge che è stato un momento bellissimo, come un cerchio della sua vita che si è chiuso. Deve tanto a Folco e non è stato l’unico bambino salvato da lui.
Folco ricorda altri momenti in cui ha salvato delle persone durante il suo lavoro. Una volta si è arrampicato su un balcone per salvare un bambino diversamente abile che stava per cadere. È orgoglioso di aver fatto il suo dovere per la gente, anche se non amava multare le persone.
È una storia di emozioni forti, abbracci lunghi e lacrime di gioia. È un incontro che ha chiuso un cerchio nella vita di Cogliati e ha permesso a Folco di vedere il bambino che aveva salvato diventare un adulto felice e realizzato.