Il continente africano ha vissuto una serie di colpi di Stato negli ultimi tre anni, a partire da agosto 2020. L’ultimo si è verificato questa mattina in Gabon. Prima del Gabon, ci sono stati colpi di Stato anche in Niger, Burkina Faso, Sudan, Guinea e Mali.

Nel Niger, il presidente Mohamed Bazoum è stato rovesciato dai soldati, portando l’ECOWAS a inviare una forza regionale per ripristinare l’ordine costituzionale. Nel Burkina Faso, il presidente Roch Marc Christian Kaboré è stato spodestato dai militari e sostituito dal tenente colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba. Elezioni presidenziali sono previste per luglio 2024.

In Sudan, i leader civili di transizione, che avrebbero dovuto portare il Paese verso la democrazia dopo 30 anni di dittatura, sono stati estromessi dai militari. In Guinea, il presidente Alpha Condé è stato rovesciato da un colpo di Stato militare e l’esercito ha promesso di restituire il potere ai civili entro la fine del 2024.

Infine, il Mali ha subito due colpi di Stato in nove mesi nel 2020 e nel 2021. Il presidente Ibrahim Boubacar Keïta è stato rovesciato dai militari, che hanno formato un governo di transizione. Successivamente, i militari hanno arrestato il presidente e il primo ministro, insediando il colonnello Assimi Goïta come presidente di transizione. La giunta si è impegnata a restituire il potere ai civili dopo le elezioni previste per febbraio 2024.

La situazione politica in molti paesi africani è instabile e i colpi di Stato rappresentano una minaccia per la stabilità e la democrazia. È fondamentale che la comunità internazionale si impegni per sostenere questi paesi nella transizione verso governi democratici e stabili.

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