La triste scia di morte sulle strade di Milano continua ad allungarsi, lasciando dietro di sé dolore e lacrime. Non passa mese senza che una vita venga spezzata a causa di un incidente stradale. Fin dall’inizio dell’anno, undici persone hanno perso la vita. Oltre ai numeri freddi, ci sono le storie di uomini e donne, cuori che non battono più e famiglie distrutte dal dolore.

Francesca Quaglia, una giovane traduttrice di 28 anni attiva per i diritti delle donne, è stata schiacciata da un camion mentre pedalava in viale Caldara, a Porta Romana. Appena ventiquattro ore prima, un ottantanovenne pensionato di nome Nicola Zezza è stato investito da un taxi mentre attraversava via Pecorari nel centro città. Questa strage iniziata nel 2023 ha visto la morte di Veronica Francesca D’Incà, una ciclista di 38 anni, investita da un camion di una ditta di traslochi all’incrocio tra piazzale Loreto e viale Brianza. Veronica era una manager, laureata in economia e madre di una bambina di due anni.

Il 10 febbraio, la novantacinquenne Angela Bisceglia è stata travolta da un furgone che stava facendo retromarcia appena uscita di casa in via Valassina, zona Maciachini. Il 7 marzo, Federico Cafarella, un giovane di 25 anni originario di Antella, è stato investito da un autobus mentre attraversava via Padova. Federico aveva lavorato in vari posti a Milano, compreso Amazon, ma nel suo paese era un arbitro e volontario della Misericordia.

Tre giorni dopo, il 10 marzo, Juan Carlos Quinga Guevara, un uomo ecuadoriano di 33 anni, è diventato la prima vittima di un incidente con monopattino a Milano. È stato colpito da una BMW guidata da un automobilista ubriaco e drogato in viale Famagosta mentre tornava a casa dopo il lavoro in un supermercato. Il 20 aprile, Cristina Scozia, una ciclista di 39 anni, è stata falciata da una betoniera tra via Francesco Sforza e corso di Porta Vittoria. Cristina era una mamma di una bambina di 6 anni ed era una personal trainer e massaggiatrice olistica. Il suo papà, Raffaele, le ha dedicato un commovente saluto: “Quando guarderò negli occhi la tua piccola, sarà come se ti avessi davanti a me”.

L’8 maggio è toccato a Tianjiao Li, un cuoco cinese di 54 anni, essere ucciso da un tir tra le vie Comasina e Novate. Tianjiao era un padre esemplare che viveva per il suo figlio. Anche Alfina D’Amato, una sessantenne di Salerno che lavorava per una ditta di pulizie, è stata colpita da una betoniera il 22 giugno mentre pedalava tra via Predabissi e piazza Durante. Il 15 luglio, Luciano Avigliano, un pensionato di 73 anni, è stato investito da una moto mentre attraversava viale Fulvio Testi. E il 1° agosto, Karl Nasr, un diciottenne di Beirut, è stato schiacciato tra un’auto e il palo di un semaforo in viale Umbria. Questa spirale di morte deve finire, dobbiamo fare tutto il possibile per rendere le strade di Milano più sicure.

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