La tragedia che si è verificata a Brandizzo è un oltraggio ai valori della convivenza e una grave violazione del diritto alla sicurezza sul lavoro. Cinque operai sono stati uccisi sul colpo a causa del passaggio di un treno a 160 chilometri all’ora, in un momento in cui non avrebbe dovuto transitare. Questa ennesima strage di lavoratori è un errore umano imperdonabile, non una fatalità.
Le morti sul lavoro rappresentano una delle due tragedie strutturali del nostro Paese, insieme agli incidenti stradali. Queste morti continue e inaccettabili diventano un genocidio alla fine dell’anno e il Paese non può più tollerarle. Sono il risultato di comportamenti errati, di leggi mal applicate e di mancate buone pratiche. Spesso sono anche causate da imprese spregiudicate che preferiscono tagliare sui costi della prevenzione, utilizzando lavoratori precari e subappaltando a cooperative pirata. Questi lavoratori sono mal pagati, sottoposti a turni massacranti e completamente ignari delle regole di sicurezza più elementari.
Inoltre, risparmiare sulle norme di sicurezza crea una forma di concorrenza sleale nei confronti degli imprenditori onesti che rispettano queste norme. Questo non dovrebbe essere tollerato nemmeno nelle aziende pubbliche, che dovrebbero essere un esempio per quelle private. Nel caso dei cinque operai di Brandizzo, sarà la magistratura a stabilire se si è trattato di un errore dei lavoratori o di un errore nella gestione della rete ferroviaria. In ogni caso, si continua a morire sul lavoro in cantieri, officine, capannoni, mezzi di trasporto e luoghi di lavoro in generale. I dati dell’Inail parlano di 1022 morti nel 2022, ma secondo i sindacati il numero sale a 1.600 se si considerano anche i lavoratori non in regola. È come se ogni anno precipitassero tre Jumbo Jet carichi di passeggeri. Ma pochi si preoccupano di questa situazione. Ormai sembra che siamo abituati a queste morti, tranne quando si verificano stragi come quella di ieri, paragonabile alla tragedia della Thyssen.
È un dovere imprescindibile garantire la giusta protezione sul lavoro, a cominciare dalle aziende di Stato come le ferrovie. Le norme esistono ed sono chiare: non si può lavorare su un binario senza la certezza che non passerà alcun treno, soprattutto di notte. È possibile che su una linea ferroviaria importante come quella che collega Torino a Milano non siano presenti meccanismi automatici di blocco dei lavori sulla linea, in grado di superare gli errori umani? Esistono mezzi tecnologici che permettono di rendere impossibile il passaggio di un treno in queste circostanze. Abbiamo tante telecamere nelle città e rilevatori di velocità anche nelle strade dei piccoli comuni, ma non ci sono controlli a distanza o forme di blocco automatico dei lavori sulle linee ferroviarie, dove sarebbero facilmente previsti e installati? La tecnologia ci permette di evitare tragedie come questa. Invece, il treno è passato, seminando morte e devastando la vita di cinque famiglie di lavoratori.