La demolizione di una palazzina in stile neo-medievale a Milano ha sollevato nuovamente l’attenzione sulla cancellazione dell’architettura del Novecento nella città. Dopo i casi di via Crema e via Comelico, è arrivato il turno di una villa eclettica nel distretto della Maggiolina. Il Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, ha espresso la sua indignazione definendo questa avanzata dei barbari a Milano come inaccettabile.

Milano è una città fondamentale per l’architettura del Novecento, con edifici rappresentativi dello stile Liberty, Decò, del Gruppo Novecento, del Ventennio fascista e del Razionalismo. Tuttavia, la cancellazione di queste opere è in corso. Negli ultimi anni sono state demolite una palazzina Liberty in via Crema e un edificio degli anni Venti in via Vigliani. Anche interventi controversi come quelli alla Torre Velasca e alla Torre Galfa hanno sollevato molte critiche.

La difesa del patrimonio urbano e architettonico di Milano ha sempre avuto sostenitori, come Giulia Maria Crespi, Marco Romano e la critica del Corriere Rossana Bossaglia. Attualmente, il comitato e la rivista “Ananke” del Politecnico di Milano stanno lottando per preservare lo stadio di San Siro. Inoltre, si sta ipotizzando la creazione di una mappa degli edifici a rischio da fine Ottocento in avanti per evitare operazioni speculative.

Questa mappatura dovrebbe includere non solo gli edifici Liberty, ma tutta l’architettura moderna che ha rilevanza storica. È importante conservare e valorizzare opere di maestri come Cassi Ramelli, Caccia Dominioni, Portaluppi, Buzzi e Gio Ponti. È necessario agire con maggiore sensibilità nelle modalità di trasformazione dell’edilizia storica minore, privilegiando il restauro o il risanamento conservativo.

La demolizione di edifici storici a Milano rappresenta una perdita irreparabile per la città. È fondamentale che le autorità competenti prendano misure per proteggere il patrimonio architettonico e garantire un equilibrio tra sviluppo urbano e conservazione della storia. Non possiamo permettere che l’avanzata dei barbari continui a cancellare la memoria e l’identità della nostra città.

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