Incredibile svolta per quattro tifosi che sono riusciti a ottenere la revoca dei Daspo (Divieto di Accedere alle Manifestazioni Sportive) grazie a una questione di orari. Il 10 marzo, il giudice per le indagini preliminari (gip) ha convalidato le restrizioni inizialmente imposte a seguito di incidenti verificatisi durante la partita Atalanta-Sassuolo del 15 ottobre 2022. Tuttavia, una sorprendente (e apparentemente banale) discrepanza di orario ha determinato il collasso di parte dell’accusa.
Tutto è iniziato l’8 marzo quando, alle 18:13, D.B. di 34 anni ha ricevuto la notifica da parte della questura riguardante il Daspo per gli eventi sportivi che lo obbliga a rimanere lontano dagli stadi per ben otto anni e a presentarsi dai carabinieri trenta minuti prima del fischio d’inizio e trenta minuti dopo ogni partita dell’Atalanta. Con lui anche A.P. di cinquant’anni, D.O. e S.F., che hanno ricevuto il provvedimento per altre partite. Questa sanzione era stata inflitta a causa delle violenze avvenute in curva durante la suddetta partita, ma D.B. aveva già precedentemente ricevuto un Daspo per l’aggressione di un tifoso milanista il 21 agosto 2022.
L’elemento cruciale in questa storia è il momento esatto della notifica del Daspo: le 18:13 dell’8 marzo. Secondo l’orientamento della Cassazione, la convalida di un Daspo non può avvenire prima di quarantotto ore dalla notifica all’interessato “poiché l’inosservanza di tale termine, non consentendo l’effettivo esercizio del diritto di difesa, è causa di nullità generale”. Il Daspo vero e proprio non è stato impugnato.
Ecco dove entra in gioco il dettaglio orario. Il gip ha convalidato i Daspo il 10 marzo alle 14:00; tuttavia, l’orario esatto delle memorie difensive depositate dai tifosi è risultato essere alle 16:39 e alle 16:44 dello stesso giorno, alcune ore prima del deposito in cancelleria della convalida. Sebbene le memorie siano state notificate agli interessati successivamente, il risultato è stato inequivocabile: i Daspo sono stati annullati per una questione di poche ore, ma solo per quanto riguarda l’obbligo di firmare.
Perché è stato revocato soltanto in parte? I tifosi e i loro legali hanno scelto di impugnare solamente questa condizione legata al Daspo perché quest’obbligo rappresenta una misura restrittiva emanata da un giudice penale, mentre gli otto anni di divieto di accesso agli eventi sportivi costituiscono un provvedimento amministrativo emesso dal Tar (Tribunale Amministrativo Regionale), che generalmente è più riluttante a recepire i ricorsi in casi di violenza.