Quasi una vittima ogni due giorni per annegamento nei laghi italiani ad agosto. Sono 14 le persone che hanno perso la vita nell’ultimo mese. I numeri sono in netto aumento, infatti, secondo le stime di Sima, i decessi nei soli mesi di giugno e luglio si sono fermati a 17. Una strage silenziosa che coinvolge persone di tutte le età. Secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) le vittime più frequenti sono i bambini tra 1 e 4 anni, seguite da quelli di età compresa tra i 5 e i 9. Per quanto riguarda le cause, il 28% degli incidenti dipende da malori improvvisi, il 15% da sventatezza e il 14% per cadute in acqua. Il resto è determinato da incapacità di tenersi a galla, tuffi sconsiderati dove il fondale è basso o roccioso. Sima: “Incrementare controlli e divieti”.
Un agosto nero
Tante sono state le vittime per annegamento nei laghi italiani nell’ultimo mese, come il caso della piccola Fatou, il cui corpo è stato ritrovato lo scorso 16 agosto a Mandello Lario sul lago di Como, scomparsa dopo essere entrata in acqua con le sorelle e un’amica. Purtroppo la lista è lunga. Lo scorso 19 agosto una ragazza di 20 anni di Verona è morta lanciata in acqua per salvare il fratellino sul lago di Garda. Nonostante i soccorsi non c’è stato più nulla da fare. Stessa sorte per un ragazzo di 33 anni, che dopo essersi tuffato nel lago d’Iseo a Tavernola Bergamasca non è più riemerso. Anche nel Lazio si è consumata una tragedia, tra le acque del lago Albano, dove un 35enne, colto da un malore, ha perso la vita lo scorso 7 agosto. Ironia della sorte lo stesso giorno si era tenuta a Castel Gandolfo l’iniziativa “Spiagge Serene”, a cura degli infermieri e altre figure sanitarie della Asl Roma 6, dove venivano dati consigli e fatte dimostrazioni su come proteggersi dai pericoli delle acque lacustri.
Le acque sottovalutate
Un luogo simbolo che dimostra la necessità di “incrementare la sicurezza”, come invoca Sima, può essere il Tempio Voltiano a Como, situato in una delle zone più turistiche della città lombarda. Vicino al monumento degli anni ’20 si è formata da qualche anno una porzione di spiaggia, a causa del basso livello dell’acqua per i sempre più frequenti episodi di siccità. Nonostante sia in vigore il divieto di balneazione, sono stati numerosi i casi di annegamento negli ultimi anni. L’ultimo poche settimane fa, il 21 agosto, nella quale ha perso la vita un 22enne. A nulla sono serviti gli appelli delle Forze dell’Ordine e, a oggi, è ancora una delle spiagge più frequentate della città comasca.
Le indicazioni da parte di Oms e Iss
Le tragedie si ripetono ogni anno e l’Oms ha individuato alcuni interventi di prevenzione a basso costo che organizzazioni e paesi possono promuovere per ridurre drasticamente il rischio di annegamento, come frequentare corsi di nuoto, assicurare che i bambini siano sempre sorvegliati da un adulto e indossare sempre un giubbotto di salvataggio quando si viaggia sull’acqua. Sul tema interviene anche l’Istituto Superiore di Sanità, che raccomanda di entrare lentamente in acqua per evitare sbalzi termici, proteggere la pelle dal sole, mantenersi idratati, bagnarsi in acque pulite, evitare di stare in spiaggia nelle ore più calde e rispettare i divieti di balneabilità.