VARESE, 22 febbraio 2020 – di GIANNI BERALDO –
Dopo i casi nel lodigiano con interi paesi praticamente costretti ad una sorta di quarantena coatta con restrizioni mai adottate finora in Lombardia e forse in Italia, cresce tra la popolazione il timore che il temibile Coronavirus possa arrivare nei prossimi giorni anche a Varese, considerato l’elevato grado di facilitá e velocitá con cui questo virus si diffonde attraverso milioni di possibili portatori ignari.
Ipotesi decisamente plausibile considerando anche solo il fatto delle migliaia di pendolari che ogni giorno si recano a Milano (cittá dove ancora non risultano casi ma risulta difficile pensare che nessuno degli abitanti dei 10 Comuni coinvolti non si siano recati nei giorni scorsi nel capoluogo di regione) con mezzi pubblici, trasferendosi poi nei luoghi di lavoro o studio utilizzando spesso altri mezzi pubblici, situazione questa dove contrarre il virus per via aerobica é senza dubbio piú facile.
La riunione questa mattina in Comune
Insomma i varesini hanno paura.
E nell’odierna mattinata, questi timori in rari casi si sono giá palesati con alcune persone che passeggiavano in centro cittá indossando una mascherina monouso.
Una scena che speriamo non diventi consuetudine o normale nelle prossime settimane, ma questa potrebbe essere piú che una mera ipotesi.
Allarmati e molto preoccupati pure i titolari di esercizi pubblici alcuni da noi sentiti questa mattina.
Come il titolare del noto Bar Globe in via Sacco, molto frequentato anche da studenti, che quasi rassegnato prevede una chiusura anticipata – per provvedimenti comunali- nei prossimi giorni.
Come lui altri esercenti sono davvero agitati per la situazione che i vertici della Regione evidenziano come ‘sotto controllo”ma che di fatto é incontrollabile.
Ora si attendono gli sviluppi della situazione, nel frattempo l’aria si è “fatta pesante” non solo per il virus. Se le cose proseguiranno con questo trend possibile che verranno prese decisioni drastiche anche a Varese come chiusura scuole, esercizi pubblici e altro ancora su modello Codogno. Oltre ad annullare tutte le manifestazioni pubbliche comprese quelle relative al Carnevale Bosino.
Solo ipotesi ovviamente, ma il grado di allarme rimane elevato.
Parlando di grado di allarme elevato da segnalare che tutte le strutture sanitarie a livello provinciale comprendenti servizio di infettivologia, hanno adottate le misure necessarie per affrontare questa situazione emergenziale. All’ospedale di Circolo allertato il primario professor Paolo Grossi mentre a Busto Arsizio il riferimento è il primario Fabio Franzetti.
L’assessore Gallera e presidente Fontana stanno seguendo sviluppi direttamente dalla sala operativa Protezione Civile a Milano
Stessa cosa dicasi per tutti i nosocomi lombardi che prevedono strutture dedicate all’infettivologia che vede l’Ospedale sacco di Milano capofila.
“Questa mattina ho convocato il tavolo permanente dell’amministrazione comunale – ha detto il sindaco di Varese Davide Galimberti – L’obiettivo in questo momento è di non farsi trovare impreparati in caso di emergenza. Ho dato disposizioni alla struttura comunale di programmare l’eventuale attuazione di ogni indicazione che ci dovesse pervenire dal Ministero della Salute, dalla Protezione civile e da Regione Lombardia in caso si dovessero verificare sul territorio comunale eventuali contagi”.
In questa fase è molto importante osservare le misure di prevenzione e i consigli diffusi dal Ministero e dall’Istituto superiore della Sanità che il Comune diffonderà con tutti i canali a disposizione.
Nel frattempo ecco il decaologo sulle regole da seguire per coronavirus.
direttore@varese7press.it

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