Paolo Corna, un pensionato di 77 anni, rimarrà in carcere nonostante sia attualmente ricoverato in stato di arresto presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Questa decisione è stata presa dal giudice Federica Gaudino, che ha interrogato l’uomo in ospedale e ha negato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dall’avvocato Barbara Bruni. Il giudice ha invece deciso di confermare il carcere per Corna, poiché il contesto familiare era problematico e l’uomo era “ulteriormente sconvolto” a seguito dell’accaduto. Secondo il giudice, potrebbero sorgere litigi o discussioni riguardo all’incidente, nei quali l’indagato potrebbe reagire con la stessa violenza mostrata in precedenza. Inoltre, se messo agli arresti domiciliari, Corna potrebbe influenzare le testimonianze dei familiari. Durante l’interrogatorio, il pensionato ha spiegato di aver impugnato il coltello per spaventare il figlio, che da anni lotta con la tossicodipendenza. Il figlio, infatti, consegnava ogni mese il suo stipendio ai genitori, che a loro volta gli davano delle piccole somme di denaro. La richiesta di ulteriori 20 euro da parte del figlio, dopo aver già ricevuto la stessa somma per andare al bar, ha scatenato una lite durante la quale il cinquantacinquenne ha spinto la madre. Paolo Corna ha confessato di aver perso la testa dopo l’aggressione alla moglie e di aver accoltellato a morte il figlio, che si era rifugiato nella sua stanza. L’autopsia è stata fissata per venerdì.

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