L’Eden di Tirano: un luogo magico dimenticato

Nel cuore di Tirano, ai tempi della mia giovinezza, c’era un luogo magico, un’oasi di divertimento che oggi sembra quasi dimenticata. Non si tratta di uno “scherzo da prete”, come potrebbe sembrare, ma di una pista di pattinaggio che faceva sognare grandi e piccini.

Questo luogo incantato si trovava a pochi minuti di passeggiata dal centro di Tirano, in una zona ombrosa d’estate e freddina d’inverno. Era raggiungibile attraverso la via Porta Milanese, facendo poi un inchino al grande Crocefisso. Era un luogo nascosto tra le piante, con uno spazio per parcheggiare la bicicletta o la moto, e per i più fortunati, la macchina. Si chiamava Eden.

In estate, l’Eden ospitava tre campi da bocce, mentre d’inverno veniva allagato con alcuni centimetri di acqua che si trasformavano in una spessa crosta di ghiaccio. Era un luogo di divertimento per giovani dai corpi forti e dalle spalle squadrate, abituati alle fatiche nei campi e nei boschi. Sulla pista ghiacciata si potevano ammirare pattinatori esperti con i loro pattini sfavillanti come gioielli, ma anche pattinatori principianti che facevano giravolte incredibili prima di cadere rovinosamente.

Ricordo ancora le risate quando questi avventurieri del ghiaccio raggiungevano i bordi della pista battendo i pattini contro le assi di legno che delimitavano il campo. Era uno spettacolo divertente, anche se a volte finiva con qualche scontro tra pattinatori. In estate, i pattinatori si trasformavano in abili ballerini che danzavano al suono della fisarmonica, madidi di sudore come se avessero arato un ettaro di campo. Era un luogo di divertimento per tutti.

Noi ragazzi, con gli occhi di pipistrello, stavamo a lato della pista da ballo, cercando di vedere tutto quello che sognavamo di notte. Ognuno di noi diceva di aver visto più dell’altro, fieri delle nostre “visioni”.

L’Eden era il paradiso per molti, sia d’estate che d’inverno. Oggi, però, sembra quasi dimenticato dai giovani. È un peccato, perché quel luogo aveva una frescura estiva e un’aria cruda d’inverno che lo rendevano unico.

Chi è il colpevole di questo abbandono? Non posso attribuire la colpa a nessuno in particolare. Forse anche io e altri “sedicenti visionari” non siamo stati in grado di mantenere alta l’attenzione sulla bellezza di quel luogo che tutti gli anziani ancora chiamano l’Eden e che conservano nel loro cuore.

Voglio però essere clemente e assolvere i nostri attuali amministratori, che probabilmente non hanno avuto l’opportunità di conoscere l’Eden durante la loro giovinezza. Punto il dito, invece, verso coloro che ora hanno i capelli grigi e che sicuramente ricordano di aver ballato sull’ampio terrazzo, giocato a bocce tra la frescura e l’aura antica del Dosso, pattinato d’inverno e bevuto il vino del Mazzacavàl. Sono loro i colpevoli, e ai giovani possiamo solo dire che Tirano ha perso, purtroppo, il suo Paradiso Terrestre.

Ezio (Méngu)

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