Aumento delle segnalazioni sospette: esperti avvertono che rallentano le indagini. La mafia muove 40 miliardi.

L’antiriciclaggio lancia l’Sos sulle Sos. Ci sono troppe segnalazioni di operazioni sospette che distraggono gli inquirenti impegnati contro la criminalità organizzata in Italia a scovare i 40 miliardi di euro l’anno di fatturato (praticamente 2 punti di Pil) raggranellati con transazioni illecite tra hacker e criptovalute e reinvestiti nell’economia legale per consolidare il proprio consenso sociale.

Nel 2022 il numero di operazioni sospette pervenute all’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia ha raggiunto il record storico di 155.426 segnalazioni, arrivate per il 90% dai principali “soggetti obbligati” come banche, Poste e intermediari finanziari. La maggior parte delle segnalazioni riguarda bonifici insoliti (soprattutto su Iban virtuali per occultare i reali beneficiari), pagamenti con moneta elettronica e carte di pagamento, money transfer e pagamenti in contanti. Le città più a rischio sono Milano, Roma, Prato, Napoli e Crotone. Anche i fondi del Pnrr sono nel mirino, con particolare attenzione alle reti di imprese indebitamente beneficiarie di finanziamenti agevolati o per cui si è registrato un utilizzo distorto delle risorse stanziate, senza dimenticare le frodi sui bonus edilizi.

Negli ultimi 10 anni, le segnalazioni alla Uif sono aumentate di oltre il 130%, nei primi sei mesi del 2023 sono già 78mila. Ma non è una buona notizia, perché la maggior parte di queste segnalazioni sono sostanzialmente “falsi positivi” che non portano a nulla. Secondo l’Uif, circa il 30% delle segnalazioni sono state valutate prive di sufficienti profili di rischio o con deboli elementi a supporto del sospetto.

La nostra normativa è all’avanguardia in Europa, ma la colpa è dei tradizionali modelli di antiriciclaggio utilizzati dalla stragrande maggioranza dei soggetti obbligati (banche, notai, commercialisti, avvocati, revisori dei conti, ecc.) che generano una quantità di falsi positivi. Secondo studi di Deloitte-UOB e McKinsey & Company, le segnalazioni innocue oscillano tra il 90-95% e il 98%. All’Uif lavorano solo una trentina di persone, quindi è difficile trovare l’ago giusto in mezzo a migliaia di pagliuzze.

La segnalazione di operazioni sospette da sola non dimostra nulla, deve essere valutata e, se necessario, trasmessa all’Autorità giudiziaria, al Nucleo speciale di Polizia valutaria della Guardia di Finanza e alla Dia. Serve tempo. Dopo la crisi pandemica, le mafie hanno modificato il modo di approcciarsi alle imprese, sfruttando la vulnerabilità con i loro ingenti capitali attraverso il finanziamento e/o l’acquisizione della proprietà delle aziende.

Molti sostengono che l’intelligenza artificiale, alimentata con le informazioni delle oltre 100 banche dati, possa aiutare banche e professionisti a filtrare le segnalazioni di operazioni sospette, anche se ciò solleva questioni giuridiche robuste legate alla privacy su cui il legislatore è ancora in fase di riflessione.

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