La Procura di Milano ha richiesto l’archiviazione dell’indagine sul caso Eni-Congo, compreso il filone in cui l’ad della compagnia petrolifera italiana Claudio Descalzi risponde di omessa comunicazione di conflitto di interessi. Questa decisione è stata comunicata dal Procuratore Marcello Viola attraverso una nota. La vicenda contestata a Descalzi riguarda gli affari tra Alexander Haly e la moglie di Descalzi, Marie Madeleine Ingoba. Tra le accuse ipotizzate agli altri indagati ci sono la corruzione internazionale riqualificata in induzione indebita.

La richiesta di archiviazione riguarda anche l’ex capo Eni dell’area subsahariana Roberto Casula, Maria Paduano, Ernest Olufemi Akinmade, Andrea Pulcini, Alexander Haly, Maria Magdalena Ingoba e il finanziere Gad Cohen. Secondo la Procura, Eni avrebbe ottenuto il rinnovo di alcuni permessi di sfruttamento petrolifero nella Repubblica del Congo garantendo vantaggi economici a pubblici ufficiali congolesi attraverso la cessione di quote minoritarie a società locali legate a politici e funzionari di Brazzaville.

In base all’accusa di induzione indebita internazionale, i pubblici ufficiali congolesi avrebbero costretto il management di Eni a versare il “fee” richiesto per ottenere il rinnovo dei permessi di sfruttamento, cioè l’accesso con quote azionarie alle stesse licenze alla società congolese Aogc-Africa Oil & Gas Corporation di Denis Gokana, consigliere del presidente Sassou Nguesso.

Nel filone relativo alla presunta omessa comunicazione del conflitto di interessi, Haly e Ingoba sono stati soci della società lussemburghese Cardon Investment SA fino ad aprile 2014, quando Haly ha acquistato la quota di Ingoba. Inoltre, la moglie di Descalzi è risultata beneficiaria di un conto corrente in Cipro intestato alla Cardon SA tra novembre 2012 e dicembre 2015. Quest’ultima società possedeva tutte le azioni della società Petroserve Holding BV, che ha fornito servizi logistici e di trasporto a varie società del gruppo Eni operanti in diversi paesi africani almeno fino al 2018.

La Procura ha anche precisato che il reato di induzione indebita internazionale si prescriverà il prossimo 18 marzo e che non è mai stata data risposta alle rogatorie a Montecarlo.

Aggiornamento del 18 maggio 2023: Con decreto del 20 febbraio 2023, il Gip di Milano ha archiviato la posizione di Andrea Pulcini ritenendolo completamente estraneo ai fatti oggetto di contestazione.

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