Il provvedimento anti-baby gang: nuove misure per contrastare la criminalità minorile

Il sottosegretario alla Giustizia minorile, Andrea Ostellari, ha spiegato i punti del provvedimento anti-baby gang, che ha l’obiettivo di affrontare l’emergenza della criminalità minorile. Secondo Ostellari, l’obiettivo non è solo quello di punire, ma anche di prevenire già dalla fascia under 14.

Una delle novità del provvedimento è l’ammonimento ai dodicenni, uno strumento mai utilizzato in passato con i giovanissimi. Prima non c’era modo di contrastare gli illeciti commessi da ragazzi con un’età inferiore ai 14 anni. Ora, quando un adolescente commette un reato per cui non è imputabile, viene convocato davanti al questore insieme ai genitori e viene ammonito. In questo modo, tutti sono avvisati, comprese le famiglie che potrebbero dover pagare sanzioni fino a 1.000 euro. Inoltre, le questure hanno la possibilità di mappare questa fascia d’età che al momento sfugge ad ogni controllo.

Un’altra novità è la messa alla prova anticipata. Il pm può disporla prima del processo, accelerando i tempi che di solito sono molto lunghi. Ad esempio, se un adolescente ha imbrattato un muro, gli viene dato un termine per riparare il danno e il reato si estingue. Attualmente, si deve aspettare il processo e nel frattempo passano anni. In questo caso, sulla carta ci sarà meno carcere perché si dà un’opportunità importante a chi ha commesso un errore e si permette di riparare il danno. Nel 2022 ci sono state più di tremila sentenze di estinzione del reato grazie alla messa alla prova: l’obiettivo è incrementare questi numeri.

Se uno rifiuta l’offerta di messa alla prova, andrà incontro al processo senza alcuno sconto. L’ammonimento e la messa alla prova anticipata possono avere un impatto significativo su un sistema giudiziario lento e complicato.

Un altro aspetto affrontato dal provvedimento è la dispersione scolastica. Attualmente, le multe per chi non manda i figli a scuola fino all’età di 16 anni sono poco più che simboliche. Nel futuro, si puniranno anche i genitori nel portafoglio per renderli responsabili. La loro condotta diventerà un reato punibile con la reclusione e rischieranno di perdere l’assegno di inclusione. Se il figlio tornerà a scuola, i genitori riavranno il loro assegno.

Infine, il provvedimento prevede anche l’inasprimento delle pene per chi commette gravi reati. Non possiamo ignorare l’emergenza che stiamo vivendo. Molte città, non solo Milano, Roma o Napoli, sono sotto il controllo delle baby gang e in alcune aree più degradate del Paese si sono verificati episodi terribili come omicidi e stupri. I dati ci dicono che il numero di minori coinvolti nella giustizia minorile è aumentato di un terzo in quindici anni. Dobbiamo reagire a questa situazione.

Il provvedimento non punta solo sul carcere, ma si muove in diverse direzioni, con un approccio pragmatico e non ideologico. L’obiettivo è recuperare i ragazzi che hanno deviato e per questo si sta ragionando anche sul potenziamento delle comunità che svolgono un ruolo fondamentale.

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