Milano – Marco (nome di fantasia) è un giovane che, nonostante la sua giovane età, ha già accumulato un lungo elenco di denunce e processi. Il suo primo reato, un tentato furto aggravato, risale al dicembre 2019, quando aveva solo quattordici anni. Da quel momento in poi, ha commesso una serie di crimini, tra cui una rapina, una rapina aggravata, l’evasione da una comunità, una resistenza a pubblico ufficiale, una ricettazione, una rapina e un altro tentato furto aggravato. Recentemente, Marco è stato uno dei due presunti rapinatori bloccati dai carabinieri, ritenuti responsabili di una serie di attacchi violenti contro coetanei nella zona compresa tra piazzale Lodi e piazzale Corvetto. I due si spostavano su uno scooter rubato.

Il giudice per i minorenni Nicoletta Cremona ha disposto la custodia cautelare per Marco al Beccaria, a causa del suo pesante background criminale, della chiara e incorreggibile propensione a commettere reati e dell’incapacità di reprimere le pulsioni criminali. Per il complice di origine albanese, anch’egli diciassettenne con segnalazioni recenti per ricettazione e spaccio, il giudice ha stabilito il collocamento in una comunità.

L’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Monforte, coordinati dal pm Chiara De Iorio, è iniziata l’11 giugno quando un adolescente si è presentato in caserma insieme ai genitori. Ha raccontato che intorno all’1.30, mentre aspettava un taxi dopo essere uscito dalla discoteca Lime di via Massarani con la sua ragazza, due sconosciuti su uno scooter Kymco (successivamente risultato rubato) si sono avvicinati e gli hanno intimato di consegnare il cellulare. Di fronte al suo rifiuto, uno di loro (successivamente identificato come Marco) lo ha colpito al volto e gli ha minacciato dicendo: “Ti picchio, non ho paura di accoltellarti, ci metto due secondi e arriva lo zingaro dal fondo della strada”.

Il ragazzo, spaventato, ha sbloccato l’iPhone 12 e glielo ha consegnato, ma qualche ora dopo ha iniziato a cercare sui social chi lo aveva aggredito. È riuscito a rintracciare i profili Instagram, uno dei quali aveva un nickname ispirato al nome di un noto personaggio della serie TV Gomorra. Questo non è stato l’unico crimine commesso dalla coppia. Gli investigatori hanno collegato questo episodio ad un’altra segnalazione simile avvenuta un mese prima, in cui due persone hanno fermato un ragazzo all’uscita dal Lime, lo hanno picchiato e gli hanno rubato un iPhone 11 dalla tasca del gilet.

C’è anche l’episodio del 9 giugno, quando la vittima e i suoi amici alla fermata della sostitutiva della M3 a Brenta si sono imbattuti nei soliti due aggressori, che li hanno minacciati e hanno rubato loro borsello, auricolari Airpods e 10 euro. Ma non finisce qui, perché ci sono anche le incursioni che Marco avrebbe compiuto da solo o con altri coetanei ancora non identificati: la rapina di un iPhone a un ragazzo che aveva appena saldato un debito di 60 euro, il tentato furto allo Shisha bar di via Massarani e il furto di due cellulari avvenuto di fronte all’istituto scolastico Steiner di via San Dionigi.

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