La Corte d’Appello di Milano ha deciso di riaprire il caso di Mario Cattaneo, l’oste di 73 anni di Casaletto Lodigiano che era stato assolto dall’accusa di aver ucciso un ladro nel processo di primo grado. Nella prossima udienza sarà assegnato l’incarico per una nuova perizia balistica.
Nel marzo del 2017, Cattaneo subì un furto di sigarette nel suo locale e affrontò la banda di malviventi uscendo dalla sua abitazione con uno dei suoi fucili da caccia. Sparò colpendo alla spalla sinistra un romeno di 32 anni, che fu trovato morto il mattino successivo davanti al cimitero della frazione.
Durante il processo di primo grado, emerse che un complice della vittima aveva strattonato l’oste, facendolo cadere insieme al fucile. Sia la perizia balistica del Ris di Parma richiesta dalla Procura di Lodi, sia quella difensiva di Cattaneo, avevano confermato la tesi dello sparo non voluto, provocato dalla caduta con l’arma in mano o dallo strattonamento della canna.
Sulla base di questa ricostruzione, Cattaneo fu assolto “perché il fatto non sussiste”. Tuttavia, la Procura di Lodi propose un appello. Dopo aver riesaminato i principali testimoni, la Corte d’Appello di Milano ha deciso che nella prossima udienza, il 23 ottobre, verrà assegnato l’incarico per una nuova perizia balistica, che sarà affidata a uno dei massimi esperti della polizia scientifica di Milano convocato dalla corte.
La vicenda di Mario Cattaneo ha riaperto il dibattito politico sulla legittima difesa e nella sua osteria sono arrivati anche Umberto Bossi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni per esprimere solidarietà. La norma sulla legittima difesa è stata modificata nei mesi successivi. Nella sentenza di assoluzione del primo grado, si ritenne che lo sparo fosse stato un incidente, senza approfondire se l’imprenditore fosse legittimato o meno a premere il grilletto in quelle circostanze; si ritenne infatti che lo sparo non fosse stato volontario.