Il fotografo Belloni: un viaggio nel passato di Turbigo
Turbigo è un piccolo paese che si trova nella provincia di Milano. È una località tranquilla, con una storia ricca di tradizioni e un patrimonio culturale da scoprire. Tra le personalità che hanno lasciato un segno indelebile nella storia di Turbigo, c’è il fotografo Belloni.
Si dice che Belloni sia stato il primo fotografo del paese, mosso dalla sua grande passione per la fotografia. Lavorava in centrale e viveva in un vicolo chiamato 3 Giugno 1859. Non ho molti ricordi di lui, ma negli anni Ottanta mi chiamò un signore, forse il figlio del fotografo, che ci ha lasciato a un’età avanzata di 88 anni. Quest’uomo mi disse di aver trovato molti negativi in bianco e nero delle foto scattate da suo padre durante il periodo fascista e anche dopo. Sapendo della mia passione per la fotografia, decise di regalarmele.
I negativi erano organizzati per argomento e tenuti insieme da un cartoncino marrone, piegato sui quattro lati, con scritte realizzate con un lapis. Decisi di stampare le foto e mi ritrovai di fronte a immagini di un mondo che non avevo mai vissuto. Una di queste immagini ritraeva una donna che stava lavando i panni sulle rive del Naviglio, vicino alla Vecchia Dogana, accanto a un cancello che esiste ancora oggi. All’epoca, diverse famiglie vivevano lì e l’edificio aveva due piani.
Successivamente, ho deciso di pubblicare una parte significativa delle foto ottenute in un volume intitolato “Vecchie Immagini turbighesi”. Quest’opera testimonia il passaggio dalla civiltà contadina a quella industriale, rappresentando un vero e proprio viaggio nel tempo. Recentemente, ho ampliato e aggiornato la raccolta di immagini con foto degli ultimi trent’anni, che è possibile ammirare durante la Festa d’in Giò.
Il lavoro di Belloni è un vero tesoro per la comunità di Turbigo. Grazie a lui possiamo rivivere il passato del nostro paese, scoprendo i cambiamenti che si sono verificati nel corso degli anni. Le sue foto ci mostrano un Turbigo diverso, ma sempre affascinante. Sono un prezioso ricordo di un’epoca passata, ma anche un modo per preservare la memoria e la storia della nostra comunità.